Impressionante moria di attività commerciali in due vie centrali del cuore della città. Via Licata e corso Vittorio Emanuele inanellano chiusure da record
Una ventina di attività hanno chiuso tra via Licata e corso Vittorio Emanuele. Tratti di desolazione, il centro storico non pulsa e nonostante le opere di riqualificazione il cuore della città mostra il suo lato debole. Il centro storico, dal punto di vista commerciale, si restringe sempre di più e, nel contempo, è lo specchio di una economia che gira a velocità ridotta. E’ meglio togliere la maschera e dire le cose per come stanno, senza mentire. L’economia del centro storico soffre una crisi che non può essere sottaciuta. Peggio ancora, immaginare di far fronte con pannicelli caldi che a nulla servono.
Basta fare un giro per via Licata e corso Vittorio Emanuele per rendersi conto dell’amara realtà. Una ventina di locali adibiti a ex negozi hanno esposto il cartello affittasi, o vendesi. Le zone più colpite vanno da via Licata, angolo via Roma fino a Porta Palermo, mentre per quanto riguarda corso Vittorio Emanuele tante chiusure si sono verificate dal tratto che va dal tabacchino Vullo allo Steripinto. Nonostante l’importante e utile intervento di riqualificazione degli anni scorsi, il centro storico non viene vissuto. Parte di esso, anzi, vive la sindrome della periferia, una desertificazione preoccupante.
La via Licata si popola nel week end solo per la movida, con orari notturni. Altre zone importanti della città sono state emarginate. Anche la centralissima piazza Scandaliato, salotto della città, una delle più belle piazze d’Italia. Abbandonata dai giovani per la bolgia della Chiazza in pochi metri quadrati, non si è più riusciti a valorizzarla, a darle quello straordinario ruolo che aveva in passato, cioè luogo di aggregazione. Per non parlare di piazza Duomo, la piazza dove è situata la chiesa Madre, dove c’è la casa museo Scaglione, dove ci sono antichi edifici ben ristrutturati. Eppure, sembra un deserto, privo di attrazione, se non per il parcheggio selvaggio di auto. C’è qualcosa che non funziona nel centro storico.
I commercianti ne sono consapevoli, costretti ad una lotta di sopravvivenza quotidiana. Da anni si parla di realizzare aree di parcheggio nelle vicinanze. Ma restano solo parole. Da anni vige una lotta continua tra chi è a favore dell’isola pedonale e chi no. Si lotta anche per la Ztl che spesso ha orari a interpretazione o mai certi. Non c’è una programmazione complessiva capace di dare vitalità e continuità di iniziative al cuore della città. Spesso si immagina che vitalizzare il centro significa organizzare qualche spettacolino. Ma non è così. C’è una realtà commerciale difficile. Ed è folle chi immagina di investire abbindolato dalla presenza di turisti a luglio e ad agosto. Ma già, dopo il 16 agosto, il flusso di presenze in centro subisce un drastico taglio. L’estate si accorcia sempre più.
I mesi invernali, lunghissimi, danno una seria mazzata all’economia del centro storico. Come salati sono gli affitti, come se Sciacca fosse Montecarlo. Ci sono costi fissi pazzeschi che non possono essere affrontati con un centro storico che per la maggior parte dell’anno sembra un deserto. E’ un tema da affrontare seriamente e con coscienza. Non basta organizzare qualche iniziativa, lodevole che sia come le domeniche ecologiche (appena due ore), non basta qualche sporadica attività di intrattenimento. Né può reggere il fatto che pochissimi esercenti della Chiazza trasformino un tratto in discoteca notturna. Questo errore è stato commesso con la conseguente che si è svuotata piazza Scandaliato, corso Vittorio Emanuele.
C’è qualcosa che non gira per il verso giusto. La verità è che poche settimane estive non bastano a dare fiato ad un’economia che opera nel centro. Il resto dell’anno è tutto in salita e i commercianti fanno uno sforzo davvero incredibile. Uno sforzo per sopravvivere alle spese puntuali di uno Stato e di un Comune che strozza con le tasse. E’ arrivato il momento, e questo vale anche per i programmi elettorali che saranno sciorinati l’anno prossimo per le elezioni, di affrontare la questione con serietà e in profondità.
Troppi errori vengono commessi, troppe divisioni esistono, troppe volte si pensa al consenso elettorale piuttosto che alla vera valorizzazione del centro storico.
Perché il cuore della città ha perso la sua funzione aggregante? Urge riflettere seriamente, urge un confronto schietto e profondo.