I tre dissalatori costeranno 1 milione al mese. I primi due anni a carico della Regione, poi degli utenti

SICILIA- L’impatto economico che avranno sulle casse pubbliche i tre dissalatori in programma nel Nisseno, a Porto Empedocle e a Trapani sarà tra 1,70 e 1,50 euro al metro cubo, per un costo di circa un milione al mese e un totale di 24 milioni nel prossimo biennio. E’ lo stesso Salvo Cocina, a capo della task force regionale anti-siccità, a dare la cifra e dice che serviranno almeno due anni di piena operatività nelle tre strutture per dare il tempo ai bacini siciliani di rimpinguare le proprie riserve idriche, ancora piuttosto scariche nel versante Ovest nonostante le ultime piogge. Per il biennio sarà la Regione a sostenere le spese. Dopo il biennio, la Regione coprirà invece poco più della metà del prezzo, mentre la restante parte, non più del costo di mercato pari a 0,70 centesimi a metro cubo, peserà sui gestori e dunque, in ultima analisi, sugli ultimi. I 1.100 litri al secondo provenienti dai moduli gelesi, agrigentini e trapanesi (300 litri), più dall’impianto fisso che verrà rimesso in funzione a Porto Empedocle (200 litri), e dai containers dissalanti previsti in una seconda fase a Palermo (600 litri), impatteranno solo per circa il 15% sul totale della distribuzione.  Spiega Salvo Cocina che il prezzo all’ingrosso al metro cubo è per l’appunto di 0,70 centesimi, perciò chi paga già questa cifra – come ad esempio ad Agrigento, Caltanissetta o Enna – non vedrà alcun aumento. Mentre chi oggi ha la fortuna di contare su pozzi, pagando di meno (o nulla), subirà inevitabilmente un aggravio. Dopo i due anni di piena attività, grazie all’acqua risparmiata per i bacini, non è escluso che i dissalatori vengano utilizzati solo nel periodo estivo.