La difficile missione di Papa Leone XIV tra guerre, chiesa carica di tensioni e fedeli che rimpiccioliscono sempre più. I numeri di una preoccupante cura dimagrante

Papa Leone XIV, Robert Francis Prevost, primo pontefice americano di Chicago, ha una missione complessa e delicata: come tenere in vita la fiammella della fede cristiana e trasmetterla alle future generazioni?
ROMA- Il nuovo Papa ha pronunciato le prime parole «la pace sia con tutti voi», che fu il saluto di Gesù agli Apostoli dopo la Resurrezione. Una scelta molto significativa in una realtà in cui, come disse Papa Francesco, viviamo la «Terza guerra mondiale a pezzi». Non solo. Vi è l’apprensione che masse sterminate sulla Terra cancellino del tutto la prospettiva religiosa dalla propria vita. Causando la fine della Chiesa per come l’abbiamo conosciuta finora. La grande folla festante che ha affollato ieri San Pietro per attendere e applaudire il nuovo Papa fa sperare che questa eventualità sia ancora remota. Ma quanti erano presenti lì vanno a Messa la domenica? Sono i numeri a preoccupare e a rendere la missione di Papa Leone XIV particolarmente impegnativa. Ridare speranza. Ma i numeri sono impietosi e secondo i dati più recenti dell’Istat, riferiti all’anno 2023, gli italiani che frequentano una chiesa, normalmente la domenica, sono appena il 17,9% della popolazione. Al di là dell’Istat, chi frequenta le parrocchie percepisce molto agevolmente la diminuzione dei fedeli. Le chiese si svuotano, i seminari anche, come le ferventi suore. Nel 2001 erano il 36,4%: in poco più di vent’anni la percentuale di italiani che vanno in chiesa almeno una volta alla settimana si è più che dimezzata.
E i sacerdoti? Sempre di meno. In Italia il clero era costituito da 42.063 sacerdoti nel 1971. Scesi nel 1993 a 35.047, nel 2003 a 31.758 e nel 2019 a 28.955. Negli stessi anni le religiose diminuivano da 118.953 a 102.026, a 72.091. Più accentuata della diminuzione dei sacerdoti è quella dei seminaristi: nel 2021 i seminaristi diocesani erano 1.804, contro i 2.103 di due anni prima, i 2.753 del 2014, i 3.145 del 2004 e i 6.337 del 1970. Non va meglio sul fronte dei sacramenti. La media per gli anni 1980-84 dei bambini battezzati sul totale dei nati da residenti in Italia era del 97,67%. Nel 1990 la percentuale era già scesa all’88,27%. Nel 2009, la percentuale risulta essere scesa al 74,58%. E nel 2020 il rapporto si sarebbe attestato di poco sotto il 70%. Per le nozze vale lo stesso discorso. Il numero dei matrimoni in Italia, religiosi e civili sommati insieme, è sceso dai 395 mila del 1970 ai 284 mila del 2000 e ai 189.140 del 2022. Dunque si è più che dimezzato nel giro di cinquant’anni. Siamo di fronte ad una Chiesa che negli ultimi vent’anni ha perso terreno su tanti fronti. In una società sempre più secolarizzata, la trasmissione della fede alle nuove generazioni si è rallentata, se non proprio inceppata. Il prestigio della Chiesa è incrinato da tanti scandali di pedofilia e da intrallazzi finanziari, probabilmente le due cause che portarono alle dimissioni di Ratzinger.
LA TRASMISSIONE DELLA FEDE
La trasmissione della fede non è l’insegnamento di dottrine o una lezione di catechismo. È un processo più profondo, che coinvolge la testimonianza di vita dei sacerdoti e di tutti i cattolici, la condivisione dell’esperienza di fede e l’Amore che proviene dalla relazione con Dio. Un processo complesso e dinamico, che coinvolge la famiglia, la comunità parrocchiale, la Chiesa e la vita quotidiana di ogni credente. Non si tratta di un mero trasferimento di informazioni, ma di un’esperienza di vita vissuta nel rapporto con Dio e con gli altri. Va da sè che, se questa vita vissuta non è all’altezza della testimonianza che ci si aspetta da un sacerdote e da un vero credente, la trasmissione della fede si spegne. Il nuovo Papa deve alimentare nei fedeli le le ragioni della speranza e della salvezza. Ma da ieri Leone XIV è innanzi tutto davanti a quella domanda così angosciante persino per lo stesso Gesù prossimo alla Croce: «Quando il Figlio dell’Uomo tornerà, ci sarà ancora la fede sulla Terra?». La risposta è già nella sua frase di ieri: «Dio ci vuole bene, il male non prevarrà». E’ questa la grande missione di Papa Leone XIV, ridare la speranza al popolo di Dio, riaccendere la fiamma dell’Amore verso Dio.














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