Acqua, la Consulta: “Aumento tariffario illegittimo e non risolutivo”

Sull’annuncio dell’aumento del costo dell’acqua e generale alzata di scudi e di indignazione. La Consulta dell?Aica ha invitato una nota di protesta al Prefetto di Agrigento, al Presidente di ATI, al Vice Presidente dell’assemblea dei Soci e al Consiglio di amministrazione di AICA, al Prefetto di Agrigento e all’Assessore all’Energia e ai Servizi di Pubblica Utilità della Regione Sicilia

AGRIGENTO- Quante beffe da parte del gestore pubblico del servizio idrico agrigentino, Aica. Disservizi continui, mancanza di manutenzione, debiti milionari, perdite idriche non riparate. Adesso gioverà dell’aumento delle tariffe del 5,40% proposto dall’Ati. Sempre e comunque il cittadino. Delusione forte perchè in tanti avevano annunciato l’era d’oro con l’avvento della gestione pubblica. Ma in Sicilia c’è qualcosa di pubblico che funziona? la Consulta Aica definisce illegittimo e non risolutivo l’aumento e chiede l’intervento del Prefetto. “Mentre si vaneggia di “scelte dolorose” – scrive la Consulta nel suo documento- la realtà è che si continua a far pagare ai cittadini i disastri di anni di inadempienze politiche nella gestione del Servizio Idrico. Aumentare le bollette del 5,40% non è una scelta di responsabilità, è l’ennesimo schiaffo a chi da mesi riceve acqua a singhiozzo, anche in pieno inverno.” Per la Consulta, “aumentare le bollette del 5,40 % (circa 2,6 milioni di euro in più) non salva l’acqua pubblica perchè non affronta nessuno dei nodi strutturali che mettono in crisi il Sistema Idrico Integrato”. Scelte che perseverano a far pagare sempre di più l’utente.  “Si persevera dunque – continua la Consulta  – nel non affrontare nessuno dei nodi strutturali che la Consulta elenca da anni, oggetto di una comunicazione di pochi giorni fa a codesta Prefettura, ad Arera e alla Corte dei Conti. Alcuni dei Comuni che hanno deliberato questo aumento devono ad AICA cifre milionarie per acqua prelevata e non pagata, e’ attestato anche dai decreti ingiuntivi, e le loro illegittime condotte le ribaltano sulle tasche dei Cittadini.”
La Consulta sottolinea anche che “altri Comuni che hanno preso parte a questa iniziativa non fanno neanche parte di AICA, poiché in gestione autonoma senza il controllo dei requisiti di legge, con il paradosso di deliberare aumenti tariffari che valgono per altri e non per loro stessi.” La Consulta ha anticipato alla Prefettura di Agrigento che l’aumento della tariffa è da considerare “illegittimo, specie se in presenza di macroscopiche inadempienze, mai risolte da ATI e da AICA”. Per la Consulta, “l’unica via giusta è applicare tariffe eque per tutti i Comuni dell’Ambito, basate sui reali consumi, sciogliere il nodo della gestione unica e della perimetrazione dell’Ambito, sciogliere il nodo dei consorzi illegittimi, sciogliere il nodo dell’approvvigionamento idrico da Siciliacque. Tutti fattori che determinano un danno erariale milionario a carico di AICA e dei suoi utenti, danno erariale che non potrà mai essere compensato da nessun aumento tariffario.”
Il pseudo coraggio dei sindaci.  “Adesso si fa passare per atto di coraggio ciò che è solo l’ennesimo compromesso al ribasso, che continua a far pagare di più sempre gli stessi, senza risolvere i veri problemi. Di questo passo tra pochi mesi rivivremo lo stesso pessimo film perchè l’Azienda non verrà risanata e si vorrà compensare le ulteriori inefficienze con ulteriori insopportabili aumenti.”