Sulla vicenda termale che vede nella tarda mattinata la “cerimonia” di consegna dei beni (parte) termali al Comnune di Sciacca, interviene la Cgil con una nota firmata dal segretario generale Massimo Raso e dal segretario cittadino Franco Zammuto.
Abbiamo assistito al triste ed imbarazzante dibattito che ha visto per protagonisti deputati e pezzi del Governo Regionale fare a gara pur di apparire “parte attiva” di questo processo che vede la consegna dei beni termali dalla Regione al Comune di Sciacca.
Le Terme sono ferme da 3 anni e gravi sono, a nostro avviso, le responsabilità politiche del Governo della Regione e della sua maggioranza e non sarà questo “teatrino” ad alleggerire il peso di quelle responsabilità!
Abbiamo avuto modo di dire che la questione ormai suscita in Noi più inquietudine che gioia. Ed avremmo voluto che una questione così importante fosse al centro di un dibattito vero che coinvolgesse tutta la Città.
Noi ci saremmo aspettati ed abbiamo sollecitato anche altre volte l’avvio di un confronto ed un coinvolgimento ampio, reale e pubblico sulla vicenda, ma questo confronto il Sindaco ha deciso di tenerlo con tutti, fuorché che con Noi.
Non possiamo che prendere atto, con amarezza, che mentre il Sindaco continua a rivendicare un rapporto con Federterme (che è l’associazione dei datori di lavoro del settore termale non un centro di ricerca universitario!) non ha ritenuto, come pure richiesto, di convocare le Organizzazioni Sindacali che rappresentano i Lavoratori di cui pure, qualche osservatore, lamenta l’assenza nella seduta consiliare di ieri.
Per entrare nel merito della questione: Noi non vorremmo davvero che dopo aver sperimentato 18 anni di errori e “tentativi a vuoto” da parte della Regione, si debba inaugurare adesso la stagione dei tentativi del Comune che non potranno che essere ugualmente fallimentari.
Non ci convinceremo mai che il Comune avrà maggiore capacità e fortuna della Regione nella ricerca, selezione e scelta di un partner privato per gestire questo immenso patrimonio!
Quello di oggi rischia di essere un “regalo” avvelenato e, al punto in cui siamo, sarebbe stato più saggio aspettare la nomina del nuovo Governo della Regione e ridiscutere del rilancio del settore termale siciliano.
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