“Piersanti Mattarella è il modello a cui mi sono ispirato”. L’ha detto il presidente del Senato, Piero Grasso, intervenuto stamane a Palermo alla commemorazione del presidente della Regione siciliana ucciso dalla mafia il 6 gennaio di 35 anni fa, davanti alla lapide posta sul luogo dell’assassinio, in via Libertà. “Un modello – ha aggiunto – che incarna le qualità necessarie a un uomo politico: competenza, passione, slancio etico per contrastare la mafia”.
Il Presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, il 6 gennaio del 198 viene raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco, davanti l’ingresso della sua casa in via Libertà. A bordo c’era la moglie. Morirà mezz’ora più tardi in ospedale.
Al termine di una lunga e complessa vicenda giudiziaria, verranno condannati all’ergastolo, come mandanti della sua esecuzione, i boss della commissione di Cosa Nostra: Totò Riina, Michele Greco, Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca, Pippo Calò, Francesco Madonia e Antonino Geraci, detto Nenè. L’inchiesta non riuscirà tuttavia a identificare i sicari né i mandanti esterni.
Piersanti Mattarella era “il Presidente buono”, colui il quale con i fatti volle scardinare il sistema mafioso che penetrava all’interno della politica. Un uomo che combattè con i fatti la mafia e che rimane un lucido esempio da imitare.
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