Milioti: “La mozione di sfiducia è un atto che libera la città dall’agonia. La consortile non può essere votata a occhi chiusi”

SCIACCA. Stasera si celebra il Consiglio comunale in modalità a distanza, dunque non in aula. Una modalità che rende difficoltoso, e a tratti surreale, lo svolgimento dei lavori consilioari, specuie quando devono essere discussi argomenti delicati e complessi come quelli inseriti all’ordine del giorno. C’è il consuntivo 2019 da approvare, ma anche la vicenda dello schema di statuto della azienda consortile speciale per la gestione del servizio idrico integrato in provincia di Agrigento.

Un argomento, quest’ultimo, che ha creato un dibattito acceso. Non nelmerito ma nel metodo. La proposta di delibera dello stattuto è priva di ogni documento contabile e finanziario per comprendere oggettivamente e obiettivamente l’economicità e l’efficienza della scelta. Manca anche del Piano di Ambito, cioè ad oggi si sconosce quali Comuni agrigentini faranno parte della “unicità dell’Ambito”.

Consigliere Giusjeppe Milioti, il dibattito è acceso crea perplessità tra i consiglieri comunali che dovranno esprimersi.

“A prescindere dalle farse populistiche da parte del PD con a capo il Sindaco, i quali vorrebbero far credere ai cittadini non so quale successo epocale si raggiunge con l’approvazione di un semplice schema di statuto , in merito alla società consortile ho già più volte espresso il mio pensiero sin dal momento in cui la stessa proposta è arrivata in commissione”.

Rimane sempre nella sua convinzione?

“Una serie di riflessioni da parte di autorevoli magistrati della Corte dei conti mi convinco sempre di più che questa è una scelta che va spoliticizzata e quindi va affrontata sotto il profilo squisitamente tecnico, a prescindere anche dal ritardo tutto addebitabile all’ATI e non al Consiglio comunale . Ritengo necessario non far passare un messaggio distorto, ho il dovere di farlo nel rispetto dei miei concittadini . Oggi non si tratta di consortile si o consortile no, o di chi vuole la gestione pubblica o privata. Il problema oggi è un altro ed è rappresentato da un fatto sostanziale e cioè che in qualità di consigliere comunale non sono messo nelle condizioni, in maniera responsabile, di assumere una decisione a tutela dell’ente e dei cittadini. a causa della mancanza di atti come il piano finanziario che permetterebbero, in linea di massima, di capire in maniera chiara e trasparente  quanto i miei concittadini dovrebbero pagare l’acqua quindi a quanto ammonterà la tariffa”.

Insomma, si va incontro a votare uno proposta di delibera ad occhi chiusi.

” E’ come entrare in un negozio e comprare senza chiedere il costo. Io voglio sapere prima e non a cose fatte, quando ormai non c’è più niente da fare, a cosa andiamo incontro in termini di impegni finanziai, in termini di tariffa dell’acqua. Penso che ogni cittadino intende saperlo. Voglio sapere chi dovrà pagare il personale dipendente che transiterà alla consortile. Ma c’è anche una zona grigia, cioè ome si potrà procedere alla costituzione della stessa azienda consortile se il direttore di ragioneria del Comune di Sciacca sostiene che ad oggi non sono previste somme in bilancio per l’atto propedeutico”:

C’è anche la questione dei Comuni non consegnatari delle reti e degli impianti.

“Come si procederà ad aggiornare il Piano d’Ambito considerato che ci sono Comuni che non hanno consegnato le reti?  Queste ed altre perplessità ho mosso per esercitare con coscienza , responsabilità e lungimiranza il mio ruolo a tutela dell’ente e dei cittadini, perplessità che nascono facendo riferimento alle norme dettate dal Tuel  in tema di società partecipate e non per il pretesto di farle. Non ritengo, invece, lungimirante chi dichiara che questa è una proposta da “approvare senza se e senza” ma ad occhi chiusi e senza sapere dove si va a parare. Ritengo anche ingiusto che si accusi il Consiglio comunale di un eventuale perdita di finanziamenti, anche perché se non approva il Consiglio, così come si è detto, sarà il Commissario dell’Ati nominato dalla Regione  a provvedere. Dunque, è ingiusto accusare i consiglieri di eventuali perdite di finanziamenti. Consiglieri comunali che hanno ricevuto lo schema di statuto da approvare appena due mesi fa. La domanda nasce spontanea: ma in questi anni gli addetti cosa hanno fatto?”

Oggi nessuno è in grado di chiarire in che termini la scelta in corso influerà sul futuro finanziario dei Comuni.

“Il Sindaco, il capogruppo del PD, o chi si lascia andare ad accuse ingiuste, devono spiegare  chiaramente se oggi si è nelle condizioni di garantire che l’ente non andrà in dissesto, considerato sostanzialmente che nessuno ha coscienza e conoscenza dei dati finanziari ed economici che chiediamo dallo scorso 3 agosto. Io personalmente non so quali danni economici saranno arrecati all’ente o chi dovrà rispondere qualora ci fossero proprio in assenza di tali dati”.

Non si mette in dubbio la gestione pubblica?

“Assolutamente no. Chi vuole in maniera semplicistica far passare il messaggio che chi ha mosso queste perplessità non vuole l’acqua pubblica è completamente fuoristrada. Non c’è alcuna voglia di sfuggire alle responsabilità, al contrario c’è molta voglia di operare senza avere la benda agli occhi e con grande responsabilità. Il piano finanziario è obbligatorio, subito non dopo. Non possiamo permetterci di sbagliare. Non si torna indietro. Per tale motivo la delibera va valutata sotto il profilo squisitamente tecnico-finanziario. Certamente,non è una delibera da approvare ad occhi chiusi”.

Cambiamo argomento. Parlate di spartiacque. Ma mozione di sfiducia è un argomento chiuso?

“La mozione di sfiducia è l’unica e sola possibilità che la legge dà al Consigliere comunale per porre fine a questa sindacatura  e quindi anche alla consiliatura. Oggi, più che mai, c’è l’esigenza di apporre 15 firme in un foglio e presantare la mozione. La priorotà è togliere la spina e finirla con una’agonia che fa male alla città. La mozione di sfiduicia è prioritaria e va scissa dalla visione di accordi olituici futuri. I fatti, a mio avviso, contano più delle parole. Chi si sente distinto e distante da chi governa dovrà farlo. Io lo faccio subito e mi riprometto di depositare questo foglio, anche solo con la mia firma, in Presidenza del Consiglio, a disposizione di tutti coloro hanno voglia di firmarlo. Qualora non riuscirò a raccogliere le 15 firme non avrò perso io ma la città. L’ esigenza di chiudere con questa sindacatura non permette altre soluzioni, vista la presunzione di un Sindaco che dopo aver distrutto una coalizione si ostina a governare senza numeri”.

Filippo Cardinale

 

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