West Nile: 7 casi nel Lazio, scatta il piano nazionale di sorveglianza

Registrato un decesso tra i primi contagi del 2025. Il Ministero della Salute attiva tutte le misure per contenere il virus, trasmesso dalle zanzare.

Il West Nile virus continua a diffondersi in Italia: da quando, nel 2022, è stata rilevata la prima infezione umana nel nostro paese, c’è ancora preoccupazione. Sebbene la maggior parte delle infezioni virali, trasmesse attraverso la puntura di zanzare infette, si manifesti in maniera asintomatica, le persone anziane e quelle immunocompromesse sono quelle più a rischio di sviluppare una malattia grave. Non esistendo azioni di profilassi né trattamenti specifici, continuano le azioni di sorveglianza umana e animale e di prevenzione delle punture di zanzara nelle zone endemiche.

Casi e risposta istituzionale

  • Nel 2025, tra i primi casi di West Nile, 7 sono stati accertati nel Lazio, incluso un decesso.
  • Il Ministero della Salute, insieme a ISS e altri enti sanitari, monitora costantemente la situazione.
  • Attivate le misure previste dal Piano Nazionale di prevenzione contro le Arbovirosi 2020–2025.

Il virus e la sua diffusione

  • Il virus West Nile appartiene alla famiglia Flaviviridae ed è stato isolato nel 1937 in Uganda.
  • È diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.
  • Vettori principali: zanzare (specie Culex) e uccelli selvatici.
  • Contagi anche attraverso trapianti, trasfusioni e da madre a feto (rari).

Sintomi e gravità

  • La maggior parte degli infetti è asintomatica.
  • Il 20% manifesta sintomi lievi: febbre, nausea, mal di testa, sfoghi cutanei.
  • Meno dell’1% sviluppa complicanze gravi: encefalite, paralisi, coma — in casi rarissimi, anche mortali.

Prevenzione e trattamenti

  • Nessun vaccino disponibile, sebbene in fase di studio.
  • Raccomandazioni: indumenti protettivi, zanzariere, eliminazione di ristagni d’acqua.
  • Non esiste terapia specifica: nei casi gravi si ricorre al ricovero e supporti clinici.