Triplicata l’indennità per Giuseppe Pendolino presidente dell’ex Provincia: da circa 3 mila euro a 9.660

Il ruolo di presidente dei Liberi Consorzi, ex Province, non sarà più gratuito. Anzi, permetterà ai primi cittadini di alcuni piccoli e medi centri di aumentare notevolmente il proprio stipendio

AGRIGENTO- La norma sui Liberi Consorzi copia dal punto di vista tecnico quanto già fatto a livello nazionale. Con un colpo di spugna cancella la gratuità del ruolo di presidente (istituita con la riforma varata da Crocetta e Delrio nel 2015) e prevede ai presidenti delle ex province un compenso analogo a quello del sindaco del capoluogo, che a sua volta è stato aumentato. Come è noto, presidenti e consiglieri dei Liberi Consorzi (ex province) non sono più eletti dagli elettori ma la loro elezione avviene nel chiuso e ristretto ambito dei sindaci e consiglieri comunali. La guida dei Liberi Consorzi è riservata ai sindaci dei Comuni del territorio e gli interessati dovranno optare o per lo stipendio da sindaco o per quello da presidente provinciale. In Sicilia per la maggior parte dei presidenti la norma si tradurrà in aumenti pesanti. È il caso di Giuseppe Pendolino, sindaco di Aragona eletto ad Agrigento che passerà così da circa 3 mila euro a 9.660. Così come Maria Rita Schembari, primo cittadino di Comiso eletta a Ragusa e Salvatore Quinci, sindaco di Mazara eletto a Trapani. Piero Capizzi, sindaco di Calascibetta eletto a Enna, passerà da meno di 3 mila a 9.660 euro.  L’unico sindaco di capoluogo eletto anche presidente del Libero Consorzio è quello di Caltanissetta, Walter Tesauro, che quindi non vedrà modificato il proprio stipendio. Tutti gli altri sono sindaci di paesi medio-piccoli e quindi opteranno per il più favorevole compenso da presidente del Libero Consorzio. Nulla cambia per i presidenti della città metropolitane di Palermo, Catania e Messina che coincidono con i sindaci.