TERMINE: “NO A LARGHE INTESE, LA VALENTI HA FALLITO”

“La soluzione per salvare la città non è fare larghe intese, ma dare un nuovo progetto alla città”. Il consigliere comunale Fabio Termine non crede ad una politica fatta di elementi che sanno di vecchio. Il dibattito politico vede emergere una ipotesi di larghe intese. Ipotesi che viene dalla stessa maggioranza, oggi in difficoltà anche numerica. Da Alberto Sabella a Nuccio Cusumano, messaggi provengono in tale direzione. Dopo il no di Gaetano Cognata, Calogero Filippo Bono e Giuseppe Milioti, intervenuti sulla nostra testata giornalistica, oggi è la volta di Mizzica con Fabio Termine.

I cittadini oggi non sono mai stati così lontano dalla politica. Perchè a suo parare ?

“Ho colto ancora una volta un’assenza di dibattito politico. La maggioranza non partecipa al confronto perché spesso e volentieri ci sono delle assenze, o perché interviene mai nel dibattito, a parte del classico intervento finale di Simone Di Paola a difesa del sindaco. Nell’ultima seduta consiliare abbiamo trattato il punto della destinazione dell’introito da imposta di soggiorno. A parte l’orario notturno e senza diretta,con uno streaming seguito assai scarsamente. Eravamo in dieci. Cinque della maggioranza, dei quali uno è il presidente del Consiglio comunale, l’altro l’assessore Fabio Leonte. Sostanzialmente erano in tre. Questa la dice lunga rispetto ai temi importanti della e su come si vuole contribuire alla costruzione di un confronto collaborativo con le altre parti politiche. Ci aspettavamo un intervento che fosse di ampio respiro sulle strategie turistiche da parte del sindaco, ma il sindaco si è limitato a fare una relazione meramente contabile”.

Ma a chi parla oggi la politica locale ?

“Il ruolo del Consiglio comunale e del consigliere sono ormai sviliti, nella fattispecie in questa consiliatura. Si celebrano pochi consigli e quando si svolgono non c’è quella giusta tensione per andare in aula a rappresentare la società. Ciò si nota nel dibattito, parliamo a noi stessi”.

Nell’ultimo Consiglio comunale ci sono stati due fatti significativi, l’intervento di Paolo Mandracchia e l’assenza dei tre consiglieri di maggioranza di Sciacca Democratica. Quest’ultimo gruppo si è poi affrettato a confermare in pieno il suo sostegno al sindaco.

“Sono intervenuto dopo l’intervento di Paolo Mandracchia il quale, come ex assessore, si sentiva onorato a non far parte di una cerchia di amici. Quasi la stessa cosa fa l’assessore Carmelo Brunetto quando dice di azzerare i vertici della Sogeir per poi assistere, il giorno dopo, alla retromarcia del sindaco. Retromarcia innestata anche da Brunetto in Consiglio comunale. Ho evidenziato, nel mio intervento, che proprio il gruppo consiliare dell’assessore Brunetto era totalmente assente. In buona sostanza, l’emergenza dei rifiuti va pari passo con l’emergenza della maggioranza”.

Qual’è la sua opinione sul tentativo da parte di esponenti importanti della maggioranza, di cercare larghe intese per rafforzare la maggioranza e tentare di superare alcune difficoltà ?

“E’ fuori dal tempo parlare di larghe intese. Un discorso che a Mizzica non interessa e lo abbiamo dimostrato in diverse occasioni e in diversi modi. La nascita e l’essenza di Mizzica è figlia del non voler far parte di questo modo di far politica. Anche dopo le elezioni noi abbiamo continuato a costruire un progetto di governo. Si parla sempre del contingente e mai del futuro, di programmazione. Da diverso tempo siamo in giro per i vari quartieri della città e devo dire che il clima che si respira è quello di una città stanchissima,  anche nei confronti di chi sta governando in questo momento. La soluzione per salvare la città non è fare larghe intese, ma dare un nuovo progetto alla città”.

Il consigliere Alberto Sabella, che fa parte della maggioranza in un’intervista a RMK ha fortemente criticato il PD e il centrosinistra.

“Penso che l’obiettivo che si sta palesando è di portare a fallimento il centrosinistra che mi pare, nei fatti, non esista più. La prova evidente è l’intervento del consigliere Alberto Sabella, che non perde occasione nel dire che il centrosinistra ancora una volta sta dimostrando di non sapere governare e ancora una volta rischia di troncare il mandato elettorale. Sabella lascia presagire un futuro breve per questa Amministrazione. Dopo l’azzeramento dell’intera giunta di cosa stiamo parlando? Hanno azzerato per cambiare passo e dopo un anno ripropongono un altro cambio di passo. Oggi il sindaco Valenti è un curatore fallimentare del centrosinistra e della città. Dopo la campagna elettorale si è aperto il vaso di Pandora dal quale sono usciti fuori Nuccio Cusumano, Michele Catanzaro, e altri che hanno condotto ruoli politici in questa città in passato portando altri fallimenti”.

Come giudica la scelta di Francesca Valenti di dare al suo percorso amministrativo nato come civico un’etichettatura politica con l’adesione al PD ?

“La novità del “civismo” del candidato a sindaco Valenti, ahimè, si è frantumata diventando uno strumento nella mani di una compagine politica vecchia. Io sono convinto che l’azzeramento della giunta non ha avuto come motivo cardine il rilancio della città ma solo un regolamento dei conti. A distanza di un anno dall’azzeramento, gli stessi soggetti politici parlano di rimodulazione delle deleghe, di equilibri della giunta, di cose che la città non comprende. Questi soggetti politici oggi a Sciacca non rappresentano più nessuno. La cosa grave è che ci troviamo a tre anni dalla chiusura del mandato e sono davvero molto preoccupato. Serve a poco gongolare su questi insuccessi della maggioranza e dell’Amministrazione perché si ripercuotono sulla nostra città. Il sindaco Valenti ha dimostrato un metodo che rappresenta un serio pericolo per il resto del mandato. Così proseguendo, precipitiamo ancora di più”.

Filippo Cardinale