TERME: MIZZICA LANCIA MISSILI ALLA MAGGIORANZA, MA PROPONE ANCHE SOLUZIONI

Sulle terme scende in campo anche il movimento politico Mizzica che, però, non si limita a indossare gli armamenti del mero scontro politico ma propone un percorso di proposte.  Cominciamo con le proposte e lasciamo la parte finale dell’articolo alle scintille politiche. Mizzica mette sul tavolo una tabella di marcia, articolata in fasi “dove un dialogo propositivo con la Regione è imprescindibile per arrivare a riaprirlo e non farlo più chiudere”.

Mizzica,nel primo step intravede “una cabina di regia tra Regione Sicilia e Comune di Sciacca” e chiedono al sindaco Valenti e all’Assessore  Gaetano Armao “l’istituzione e la nomina di due funzionari per parte, con il compito di formulare e redigere in un documento ufficiale il Piano di Azione ed il conseguente modello organizzativo di controllo”.  Nel secondo step è prevista la pubblicazione del Bando “per individuare e nominare un Advisor”. Mizzica ritiene che le terme “debbano aprirsi ai mercati internazionali e ciò non può prescindere da un approfondito studio per la collocazione sul mercato”. Nel terzo step, c’è la “consegna dell’intera documentazione prodotta la cabina di regia. A questo punto, entro 90 (novanta) giorni si dovrà pubblicare il Bando con una pubblicità e comunicazione adeguata”. Il quarto step prevede la ” valutazione delle proposte. Sarà compito della Cabina di Regia valutare in modo accurato ogni aspetto tecnico, data l’importanza dell’investimento che la durata pluridecennale del contratto di affidamento”. Quinto step, per Mizzica prevede che tutti i beni saranno assegnati a chi vincerà il bando; potranno quindi iniziare i relativi lavori di adeguamento e programmazione della stagione di rilancio”. Nel sesto e ultimo step è prevista la delibera comunale “per procedere al cambiamento della denominazione del Comune da “Sciacca” in “Sciacca Terme”.

Poi l’attacco politico a Michele Catanzaro e a Simone Di Paola: “La politica dello scontro perenne e per partito preso- scrive il movimento Mizzica- ha stancato la città. Se il tenore degli interventi del neo deputato Catanzaro e del capogruppo Di Paola vorrà sempre essere questo, scontro controproducente e privo di proposta, il serio rischio è che non riusciremo ad aprire le Terme nemmeno per il 2022. A meno che il vero intento non sia proprio questo: un’altra passeggiata sul cadavere alle prossime elezioni”.

“Proprio il deputato Michele Catanzaro e il capogruppo del PD Simone Di Paola, con le dichiarazioni di ieri, hanno scelto di alimentare questo controproducente scontro che da anni non ha portato a nulla, anteponendo la polemica politica all’interesse della nostra comunità, aprendo una guerra con la Regione che ad oggi è la cosa più sbagliata da fare, e costruendosi un alibi chiaro a tutti per i prossimi anni: non possiamo aprire le Terme perché alla Regione c’è un governo di colore politico diverso dal nostro. Il solito alibi strumentale già sperimentato anche dalla precedente amministrazione, con risultati evidenti a tutti”, conclude Mizzica, ricordando che “un importante luogotenente, tra quelli a cui alludeva giusto ieri il deputato Catanzaro come motivo di impasse verso l’apertura, e rappresentante del governo regionale di centrodestra ce l’hanno in casa. È Carmela Santangelo, consigliere dell’amministrazione Valenti di centrosinistra ma impegnatissima a sostegno del programma politico di Musumeci”

Mizzica non risparmia il sindaco dalle critiche. “Nessuno si aspettava ovviamente che Francesca Valenti – che tra le altre cose ha tenuto a riservare per sé la delega al termalismo – riaprisse le Terme in un anno, ma tutti ci aspettavamo, per il bene della città, che avesse già nel suo programma una chiara visione, una strategia per dialogare costruttivamente con la Regione – non lasciando spazio alla polemica politica – e quindi un progetto serio per riaprirle”.

“L’unica notizia certa- aggiunge Mizzica- emersa dai verbali della Commissione speciale sulle Terme, è che l’intenzione del Sindaco è far redigere il bando ai dirigenti comunali, scaricando così la patata bollente di questa gravosa responsabilità a chi obiettivamente non è organizzato per farlo”.

Filippo Cardinale

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