Terme, il triplete dei bandi flop. La Regione ha un record ineguagliabile di fallimenti e ama la pratica del …perseverare autem diabolicum 

Nel 2005 la “privatizzazione” delle terme in una società per azioni scriteriata, poi l’atto criminoso di Crocetta della chiusura delle terme. Nel mezzo tre bandi andati deserti. Un disastro ingente che riguarda il demanio, lo sviluppo economico del territorio, nei confronti del quale è calata l’immunità sulla burocrazia e sulla politica

SCIACCA- SCIACCA- Vi ricordate il famoso 61-0 inflitto dal centrodestra nelle elezioni politiche del 2001? Il centrodestra fece il cappotto al centrosinistra che ottenne seggio alcuno. La cifra 61-0 si è ripetuta qualche giorno fa, allo scadere delle ore 12 del 30 settembre. La scadenza riguardava la manifestazione di interesse di privati a gestire le terme. In verità, la prima scadenza era fissata al 30 aprile. Poi, il Presidente della Regione, Renato Schifani, diede ordine di una proroga al 30 settembre scorso. Bando deserto. Il terzo bando deserto accumulato, di cui due targati Gaetano Armao, l’ex assessore in due governi regionali senza mai essere candidato. Al flop del 30 settembre segue, nel pomeriggio, una nota stampa del Presidente della Regione, Renato Schifani: “Prendiamo atto dell’esito che non è quello auspicato. Nonostante sul portale, per visualizzare gli atti di gara, ci siano stati 58 accessi qualificati per Acireale e 61 per Sciacca, non sono seguite proposte effettive. Un dato che conferma, comunque, un interesse da parte degli operatori”. Siamo contenti che il Presidente della Regione trovi soddisfazione da un esito mortificante. Sessantuno accessi al portale del bando da parte di operatori qualificati. Peccato che nessuno, proprio nessuno, abbia presentato offerta. Zero offerte significa nessun interesse. Significa che investitori hanno chiesto informazioni, analizzato il bando per la manifestazione di interesse, condizioni, stato delle strutture. Nessuno, però, ha dimostrato reale interesse presentando proposta. Per dirla alla Mourinho, Zeru tituli.
Anche questa tornata, che avrebbe dovuto rappresentare “la svolta”, per dirla con uno slogan che parecchi anni fa utilizzava un candidato sindaco di questa sfortunata Città, si è rivelata un flop. Certo se l’obiettivo era quello di contare gli accessi alla piattaforma della procedura di assegnazione resta la soddisfazione di avere superato quelli di Acireale. Abbiamo vinto 61 a 58, ma sai che soddisfazione! Dunque, alcuni anni addietro l’assessore Armao, allora alla guida dell’Economia regionale, oggi superconsulente del Presidente Schifani, predispose due bandi per l’assegnazione delle gestioni dei due maggiori complessi termali siciliani, bandi che non sortirono alcun effetto e che vennero anzi criticati dagli addetti ai lavori. Allora, come oggi, le dichiarazioni sembrano essere le stesse: li rifaremo per rendere l’offerta più appetibile, saremo più precisi nello stabilire diritti ed obblighi delle Regione e dei soggetti aggiudicatari delle gestioni, valuteremo quali possano essere le migliori condizioni per avere congrue offerte e bla, bla, bla. Sembra, in buona sostanza, una televendita. Per incentivare il prodotto da vendere, il venditore televisivo, con gesto eroico, aggiungeva all’offerta un servizio di piatti da 12 e una mountain bike.
Ma cosa c’è che non va in questi bandi? Soprattutto chi li predispone? C’è la specifica professionalità nell’ambito dell’Amministrazione regionale? Sono domande che tutti i movimenti, i marciatori, le associazioni e tutti gli organismi portatori di interessi diffusi, insomma tutte le anime belle che fino ad oggi hanno manifestato una gaia soddisfazione per l’operato della Regione, dovrebbero farsi magari dandosi anche una risposta (come dice Marzullo). Il sindaco Fabio Termine ha vantato un filo diretto col Presidente Schifani ma è stato silenzioso anche in Consiglio comunale sullo svolgersi del tempo della tabella di marcia, degli stadi che il Presidente annunziava con incondizionata soddisfazione. Fece pure una conferenza stampa alla Bit di Milano. Calò il silenzio più assoluto sulla vicenda, anche sulla proroga dal 30 aprile al 30 settembre. Qualche assessore, in consiglio comunale, disse, addirittura, di non parlare di terme perché il parlarne potrebbe recare nocumento a chi ha voglia di investire.
I cittadini di Sciacca dovrebbero seriamente chiedersi se la loro migliore risorsa strategica (ambientale, economica, turistica) debba continuare a cadere in pezzi come ormai succede da molti anni a questa parte nel sostanziale disinteresse di chi avrebbe l’obbligo giuridico e morale di intervenire. La perdita di un patrimonio pubblico avrebbe anche dovuto suscitare l’interesse della Corte dei Conti, per l’interesse pubblico connesso alla sua natura. Il declino misto a disastro inizia nel gennaio 2005 con la costituzione della Terme di Sciacca Spa. Poi una decennale liquidazione. Dieci anni fa l’atto criminoso di tale Saro Crocetta, al tempo Presidente della Regione sotto l’egida del Partito Democratico. Chiuse stabilimento, piscine Molinelli, Grotte vaporose, Parco, piscina coperta, Grand’Hotel delle Terme. Un disastro e danno demaniale ingente passato sotto l’ombrello dell’impunità. Nel frattempo il parco termale resta chiuso (nonostante il finanziamento bruciato per la sua ristrutturazione diciamo così), la terrazza del bar delle terme nonostante la sua possibile utilizzazione è out, l’acqua dei Molinelli, quella di Fontana calda, l’acqua santa restano inquinate, segno che le rete fognaria non ha ancora raggiunto il suo scopo nelle aree del bacino nessuno si occupa di tutelare il bacino idrotermale, le strutture alberghiere e termali, comprese le piscine, sono ammalorate e cadenti.
Viene da ridere, anzi da piangere: se pensiamo al fatto che le Aziende termali pubbliche sono state soppresse perché la Regione, per legge, aveva l’obbligo di pareggiare i loro bilanci, cioè coprire la differenza tra i loro fatturati e le spese non coperte da questi ultimi. Chi ha commesso quello che possiamo definire un delitto ignorava, o ha voluto ignorare, che proprio la natura pubblica delle Aziende le obbligava non soltanto a produrre buoni servizi ed a commercializzarli, ma a tutelare risorse meravigliose che nelle mani di una satrapia regionale fatta di ignavi non contavano nulla rispetto ad un consenso politico da costruire ad ogni costo ed a qualunque prezzo. E dalle dichiarazioni recenti della classe politica che ci rappresenta pare che la storia continui in questo senso. E Schifani, nella nota stampa, aggiunge: “ Gli uffici sono già al lavoro per predisporre nuovi bandi che possano essere più attrattivi per gli operatori economici privati”. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.
Dell’ennesimo flop si parlerà nel prossimo Consiglio comunale. La storia continua.