“Suicida dopo violenza di gruppo”: reato estinto per messa alla prova. Due imputati prosciolti

La ragazza si tolse la vita ad Agrigento nel 2014. Altri due giovani, coetanei ma già maggiorenni all’epoca dei fatti, sono ancora sotto processo
Due giovani, all’epoca dei fatti minorenni, sono stati prosciolti nel procedimento legato alla tragica vicenda di Alice Schembri, la ragazza suicidatasi a 17 anni ad Agrigento dopo essere stata costretta a subire un rapporto sessuale di gruppo filmato con un cellulare. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Palermo, Antonina Pardo, ha dichiarato l’estinzione del reato in seguito al completamento del periodo di messa alla prova, durante il quale i due imputati hanno svolto lavori di pubblica utilità presso strutture sociali.
I fatti risalgono al periodo tra il 2014 e il 2015, quando i due ragazzi non avevano ancora compiuto 18 anni. Oggi ventottenni, sono stati coinvolti nell’inchiesta che ha portato alla luce un episodio di violenza sessuale di gruppo, con la produzione di materiale pedopornografico. Il procedimento si è concluso per loro senza ulteriori conseguenze penali. Nel frattempo, altri due giovani, coetanei ma già maggiorenni all’epoca dei fatti, sono ancora sotto processo presso il tribunale di Agrigento, dove si sta valutando la loro responsabilità penale. La vicenda ha scosso profondamente l’opinione pubblica, sollevando interrogativi sulla giustizia minorile e sull’efficacia della messa alla prova come strumento di rieducazione.