Sicilia terzultima fra 210 regioni europee per qualità delle pubbliche istituzioni

Lo rileva l’Ufficio studi della Cgia (Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato) di Mestre.

Tre le variabili analizzate: qualità, imparzialità e corruzione. La somma di questi tre elementi, analizzati in base ai dati raccolti da The Quality of government institute dell’Università di Göteborg, produce un indice Equi di -2,06, che pone la Sicilia in 208esima posizione, davanti solo alle “ultime della classe” europee, due regioni della Bulgaria. I quesiti convergono su tre servizi pubblici: istruzione, sanità e pubblica sicurezza. Dalle risposte di cittadini e imprenditori non emerge solo la ormai cronica difficoltà di accedere ai servizi o di ottenere un diritto se “non hai l’amico”. C’è anche un pesantissimo costo per l’economia che deriva dalla lenta o pessima spesa pubblica e dalla necessità di perdere molto tempo, a volte anni, per seguire una banalissima pratica. La migliore regione italiana si pone al 63esimo posto ed è il Friuli Venezia Giulia con un indice Equi di +0,72. L’indice Equi è frutto di un mix di quesiti posti a cittadini e imprenditori che riguardano la qualità dei servizi pubblici, l’imparzialità con la quale questi vengono assegnati e la corruzione.