La misura, che obbliga al pagamento per ogni registrazione, microchippatura o passaggio di proprietà, viene percepita come un balzello ingiusto che rischia di aggravare l’emergenza randagismo.

In Sicilia il nuovo “Contributo di Solidarietà”, introdotto dal Decreto Assessoriale n.1166 del 22 ottobre 2025, sta scatenando polemiche. La misura, che obbliga al pagamento per ogni registrazione, microchippatura o passaggio di proprietà, viene percepita come un balzello ingiusto che rischia di aggravare l’emergenza randagismo. La procedura, affidata al sistema PagoPA, è complessa e scoraggia i cittadini. A pagarne le conseguenze anche i veterinari, costretti a versare il contributo per ogni pratica, con inevitabile aumento dei costi.

Durissima la reazione della LAV Sicilia, che definisce la tassa “iniqua e inefficace”: penalizza chi rispetta la legge e potrebbe spingere molti a evitare la registrazione, rendendo invisibili gli animali abbandonati. L’associazione chiede l’abrogazione della norma e propone di tassare chi non sterilizza. Sul fronte politico, il deputato PD Nello Dipasquale ha presentato un’interrogazione urgente, denunciando il rischio di riduzione delle registrazioni e l’assenza di una fase transitoria o di una campagna informativa. L’ASP di Ragusa difende la misura come sostegno all’anagrafe canina, ma le critiche crescono. Il nodo resta uno: rendere più costoso il microchip rischia di alimentare il sommerso e aumentare il randagismo, trasformando la promessa di tutela in un boomerang sociale.