Sicilia in crisi idrica: emergenza ambientale e territoriale

A delineare il quadro è stato il capo del Dipartimento della Protezione Civile nazionale, Fabio Ciciliano, durante un’audizione presso la Commissione parlamentare per il contrasto agli svantaggi derivanti dall’insularità.
La Sicilia sta affrontando un grave deficit idrico, condizione che ha generato un vero stato di emergenza, aggravando anche il dissesto idrogeologico e favorendo l’aumento degli incendi. A delineare il quadro è stato il capo del Dipartimento della Protezione Civile nazionale, Fabio Ciciliano, durante un’audizione presso la Commissione parlamentare per il contrasto agli svantaggi derivanti dall’insularità.
Secondo Ciciliano, «Sicilia e Sardegna, le due principali isole del Mediterraneo, si trovano in una posizione geografica che le rende particolarmente esposte all’incremento della frequenza di eventi siccitosi, intervallati da brevi episodi di precipitazioni intense e improvvise». Questi fenomeni, ha aggiunto, «generano movimenti franosi che provocano danni significativi alle infrastrutture e agli insediamenti abitativi, con conseguenze talvolta tragiche, inclusa la perdita di vite umane».
La scarsità d’acqua, ha proseguito, è oggi uno dei problemi più critici, con effetti diretti sull’attività agricola, ostacolando il presidio del territorio. A ciò si somma il progressivo spopolamento delle aree interne, in particolare nelle isole, che indebolisce ulteriormente le capacità di gestione ambientale. Infine, la crescente frequenza degli incendi boschivi, causata dalla crisi climatica in corso, accentua la vulnerabilità dei territori insulari. La combustione della vegetazione, infatti, accentua il rischio idrogeologico, rendendo queste aree particolarmente esposte a fenomeni alluvionali e franosi.