Siccità nel Belice. I sindaci trapanesi lanciano l’allarme: “Emergenza idrica drammatica”

Disservizi in crescita e razionamenti prolungati: sette Comuni denunciano la crisi legata al calo della diga Garcia. Scalisi (Salemi): “I pozzi riattivati non bastano a garantire l’acqua potabile”.

Nel cuore della Valle del Belice si consuma una crisi idrica che sta mettendo a dura prova cittadini e amministrazioni locali. I sindaci di sette Comuni — Vita, Salemi, Gibellina, Santa Ninfa, Salaparuta, Poggioreale e Partanna — hanno lanciato un appello congiunto, denunciando una “emergenza idrica drammatica” e “disservizi aumentati nelle ultime settimane”.

La causa principale sarebbe il progressivo calo dei volumi della diga Garcia, un invaso strategico per l’intero comprensorio, da cui dipende fino al 70% del fabbisogno idrico di alcuni Comuni. L’Autorità di Bacino ha disposto una riduzione dell’immissione idrica, misura che punta a preservare la funzionalità della diga almeno fino a ottobre. Ma il provvedimento ha avuto un impatto pesante sulla rotazione idrica e sull’erogazione quotidiana. «Dopo tre razionamenti d’acqua tra dicembre e marzo, ci era stato promesso un ripristino che avrebbe dovuto portare sollievo alla popolazione — affermano i sindaci — ma quel miglioramento annunciato non si è mai concretizzato. I dati forniti da Siciliacque non corrispondono alla realtà vissuta nei territori».

A Salemi, il sindaco Vito Scalisi sottolinea le difficoltà crescenti: «Abbiamo riattivato i pozzi, su input della Regione, ma non bastano a coprire tutto il fabbisogno potabile. La situazione è critica». Oltre alla carenza idrica, i primi cittadini evidenziano problemi strutturali nella gestione delle risorse, chiedendo un tavolo tecnico urgente con Regione e Autorità competenti. L’obiettivo: trovare soluzioni tempestive, tutelare le comunità locali e garantire il diritto all’acqua.