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RIFIUTI, NELLA NUOVA ORDINANZA ADESSO I SINDACI RISCHIANO DI ESSERE RIMOSSI

E’ finita l’era della tesi tutta siciliana secondo la quale nulla è più duratura di un provvedimento temporaneo. Soprattutto ora che al Ministero dell’Ambiente c’è il generale dell’Arma dei carabinieri Sergio Costa, l’uomo che ha lottato contro il sistema della “Terra dei fuochi” in Campania. E’ finita l’era del tanto alla fine una proroga ci sarà sempre, deleteria tesi che lascia la Sicilia immobile per decenni senza assumere una scelta risolutrice sulla grave situazione dei rifiuti.

Anche il presidente Nello Musumeci, e il nuovo assessore Pierobon, non scherzano e lo hanno dimostrato nell’ordinanza firmata ieri. Una soluzione che consente, per un periodo limitato, a utilizzare alcune discariche a operare oltre i normali limiti. Ma si tratta di una soluzione fino al prossimo 30 novembre.

La svolta è giunta ieri sera, verso le 19. Nello Musumeci ha firmato una nuova ordinanza di emergenza, senza un accordo col ministero dell’Ambiente, che permette di derogare i limiti nazionali nella gestione dei rifiuti siciliani.

È un tentativo disperato per evitare che le strade diventino montagne di rifiuti. Ma nell’ordinanza c’è un obbligo perentorio: entro fine luglio, i Comuni dovranno stipulare contratti con ditte specializzate per trasportare fuori dalla Sicilia i rifiuti in eccesso.

Nell’ordinanza firmata ieri sera è imposto che dal primo ottobre i Comuni possano portare in discarica una quantità di rifiuti pari solo al 70% di quella scaricata fino all’anno scorso.Tutta la quota eccedente va trasferita fuori dalla Sicilia e non sarà la Regione a occuparsi (e pagare) il trasferimento: dovranno farlo i sindaci.

L’ordinanza prevede che entro fine luglio i Comuni “dovranno trasmettere il contratto di affidamento del servizio di trasporto dei rifiuti non ammessi in discarica”. E se in passato misure simili sono rimaste sulla carta perchè prive di sanzione, ecco che in questa ordinanza si prevede che “la mancata trasmissione del contratto” per portare i rifiuti fuori dalla Sicilia “costituisce grave violazione e comporta l’avvio del commissariamento e della decadenza degli organi comunali“.

I sindaci rischiano la poltrona, è questa la novità scritta da Musumeci. E aggiunge, il presidente, che entro fine giugno i Comuni che non raggiungono il 65% di raccolta differenziata devono radicalmente modificare il sistema cittadino introducendo la raccolta porta a porta e i centri di conferimento comunale e facendo sparire i cassonetti stradali.

L’ordinanza permette di riaprire la discarica di Cava dei Modicani, dove verranno smaltiti i rifiuti del Ragusano (che non possono più andare a Siculiana perchè l’impianto è chiuso). Musumeci ribadisce che in generale il processo di biostabilizzazione, che abbatte i principi inquinanti dei rifiuti prima dell’immissione in discarica, può durare in Sicilia 15 giorni invece che tre o quattro settimane.

È – con alcune correzioni – la riproposizione del punto chiave dell’ordinanza scaduta a fine maggio e che il governo nazionale a trazione grillina si è rifiutato di prorogare. Il no del ministro Sergio Costa aveva provocato, oltre alla chiusura della discarica di Siculiana, il sovraccarico degli impianti di Lentini e Trapani che rischiano a loro volta di saturarsi perchè costretti ad accogliere i rifiuti di altre quattro province.

Filippo Cardinale

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