Replica Aica a Blò e Brucculeri: “Prima di parlare si dovrebbero informare”

Di Bernardo: “Non siamo davanti a un bando truccato, come qualcuno insinua, ma a una procedura limpida, finalizzata a individuare professionalità serie e competenti”

Il Presidente dell’Assemblea dei Sindaci dell’Azienda Idrica Comuni Agrigentini (AICA), Salvatore Di Bennardo, interviene con fermezza in merito alla richiesta avanzata dai consiglieri comunali Maurizio Blò e Raimondo Brucculeri di annullamento in autotutela della delibera di nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione dell’azienda.

“Siamo all’ennesima polemica costruita su presupposti sbagliati – afferma il Presidente – e su un approccio che, più che tutelare l’interesse pubblico, sembra finalizzato a ottenere un po’ di visibilità. Prima di impugnare penna e minacciare TAR e Corte dei Conti, sarebbe stato opportuno leggere lo Statuto di AICA e soprattutto informarsi sulla normativa vigente.”

Il Presidente difende la regolarità della procedura adottata per la selezione del CdA, chiarendo che la manifestazione di interesse è stata pubblica, aperta, trasparente e in linea con quanto previsto dallo Statuto dell’azienda. “Non siamo davanti a un bando truccato, come qualcuno insinua, ma a una procedura limpida, finalizzata a individuare professionalità serie e competenti. I candidati selezionati possiedono tutti i requisiti richiesti, e soprattutto non devono rispondere a logiche clientelari. Forse è questo che dà fastidio.”

“Vorrei ricordare che questa nomina è il frutto di un lavoro lungo, faticoso e straordinariamente impegnativo portato avanti da tutti i sindaci di AICA. In un contesto già complicato dalla situazione strutturale e gestionale dell’acqua in provincia, i sindaci hanno lavorato con serietà, sacrificio e spirito di responsabilità per dare finalmente all’azienda una guida stabile e competente. È irrispettoso – per non dire offensivo – liquidare questo sforzo con accuse gratuite e insinuazioni prive di fondamento.”

Sulla nomina dell’ingegner Francesco Puma, ex dirigente comunale in pensione, il Presidente chiarisce definitivamente la questione: “L’ingegnere  Puma è stato nominato a titolo assolutamente gratuito, nel pieno rispetto della legge. È paradossale che si attacchi chi mette la propria esperienza al servizio della collettività senza chiedere nulla in cambio. Il tentativo di strumentalizzare la sua posizione è squalificante.”

Poi entra nel merito giuridico: “Il ruolo di consigliere di amministrazione  non rientra automaticamente tra gli incarichi vietati o soggetti al limite di un anno, purché l’incarico sia a titolo gratuito; il consigliere non eserciti funzioni gestionali o dirigenziali operative (cioè non sia, ad      esempio, presidente con poteri esecutivi o amministratore delegato); la nomina sia formalmente deliberata nel rispetto dello statuto dell’ente. La Corte dei Conti lo ha chiarito più volte : il divieto triennale riguarda incarichi retribuiti di natura dirigenziale o tecnico-consulenziale, non quelli di tipo onorifico o amministrativo se gratuiti e privi di deleghe operative.” Ma il punto centrale della replica del Presidente è un altro: la natura delle competenze richieste per amministrare un’azienda pubblica moderna e complessa come AICA. Secondo il Presidente, la vera competenza oggi si misura sulla capacità di lettura dei numeri, di gestione strategica, di visione d’insieme, e non sull’appartenenza a un albo professionale. “Chi guida AICA deve saper gestire risorse economiche, evitare contenziosi legali, redigere piani industriali, coordinare con gli uffici tecnici ma anche e soprattutto con quelli legali, finanziari e amministrativi. Servono figure manageriali, non capi ufficio tecnici travestiti da amministratori.” La polemica sollevata dai consiglieri, secondo il Presidente, rivela una pericolosa ignoranza del ruolo che il CdA è chiamato a svolgere: un organo di indirizzo e controllo strategico, non operativo, che ha il compito di garantire visione, stabilità e coerenza nella gestione aziendale.

“Se qualcuno pensa che per salvare il sistema idrico agrigentino basti installare due valvole, temo che non abbia capito in che epoca viviamo, vive fuori dal tempo. AICA non è uno studio tecnico, ma un’azienda pubblica con responsabilità finanziarie, normative e strategiche enormi. Serve capacità di lettura dei bilanci, conoscenza della finanza pubblica, dimestichezza con i bandi europei, visione gestionale e solidità amministrativa. Ridurre tutto a una questione di ‘tecnici dell’acqua’ è semplicemente ridicolo.”

E conclude: “Blò e Brucculeri minacciano TAR, ANAC, Corte dei Conti. Facciano pure. Ma sappiano che lanciare accuse infondate per creare sospetti, senza prima informarsi, è una forma grave di irresponsabilità istituzionale. Chi ha davvero a cuore il futuro del servizio idrico agrigentino dovrebbe rimboccarsi le maniche e smetterla di seminare discredito, perché chi non sa, dovrebbe almeno avere l’umiltà di informarsi prima di parlare.