Radioterapia in provincia: attività intensa ma una sola macchina non basta
Nei primi nove mesi del 2025 sono state effettuate 490 prime visite di consulenza specialistica, 378 visite di follow-up post-trattamento e 281 trattamenti radianti completati
L’Unità Operativa Complessa di Radioterapia dell’Ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento rappresenta un presidio fondamentale per la cura oncologica dell’intera provincia. Il recente aggiornamento dell’acceleratore lineare al 2024 ha permesso l’adozione delle più moderne tecniche di radioterapia, garantendo trattamenti efficaci ed efficienti per centinaia di pazienti. Lo confermano il direttore del reparto, Michele Bono, e il direttore generale Giuseppe Capodieci, rassicurando l’utenza dopo le segnalazioni di disservizio emerse nei giorni scorsi. Il caso sollevato dal parlamentare Davide Faraone, ma alcuni giorni prima anche attraverso un sit in e un’interrogazione parlamentare del deputato Pd Michele Catanzaro, ha riportato l’attenzione su una criticità strutturale: la presenza di un solo acceleratore lineare per un bacino di utenza che supera le 500.000 persone. Una condizione che, pur mitigata da un miglioramento generale dei servizi e delle tecnologie, espone il sistema a rischi operativi e ritardi assistenziali. L’acquisto di un secondo macchinario, più volte sollecitato dai vertici dell’Asp e dal primario stesso, si configura oggi come una priorità non più rinviabile. La necessità di potenziare l’offerta sanitaria è evidente: ridurre le liste d’attesa, contenere la mobilità passiva verso altre strutture insulari ed extra-insulari, e garantire la continuità dei trattamenti anche in caso di fermo tecnico dell’attuale apparecchiatura. La convenzione con la Asp di Caltanissetta, pur utile, non può sostituire un servizio stabile e autonomo sul territorio. Inoltre, il sistema Clinac attualmente in uso sarà supportato solo fino al 1° maggio 2028, data oltre la quale l’obsolescenza dei componenti e la fine della disponibilità di ricambi renderanno incerta l’operatività. La transizione a un programma di supporto limitato non offre garanzie, e impone una pianificazione urgente per evitare interruzioni nei trattamenti. Dal punto di vista organizzativo, la dotazione organica dell’unità è composta da un direttore, 4 dirigenti medici, 5 tecnici di radiologia, 3 infermieri e 1 ausiliario, e consente l’attività clinico-assistenziale in un unico turno giornaliero (8:00–15:30), ma non permette l’estensione a un doppio turno, limitando la capacità di risposta alla crescente domanda. I numeri parlano chiaro: nei primi nove mesi del 2025 sono state effettuate 490 prime visite di consulenza specialistica, 378 visite di follow-up post-trattamento e 281 trattamenti radianti completati. Le neoplasie mammarie e prostatiche rappresentano le casistiche prevalenti, ma vengono trattati tutti i tumori solidi, confermando la centralità della struttura nel panorama oncologico provinciale.




