Protesta medici per l’emendamento che riapre la “caccia al camice bianco”
Nella legge di bilancio anche la proposta di spostare la responsabilità civile dai presidi sanitari ai medici. La misura ha scatenato la rivolta di ordini e sindacati, che denunciano un ritorno al passato e il rischio di fuga dei professionisti all’estero.
Far ricadere direttamente sui medici la responsabilità civile per i danni ai pazienti, sollevando le strutture sanitarie: è l’obiettivo dell’emendamento alla Legge di Bilancio presentato da Micaela Biancofiore (Noi Moderati). La proposta stabilisce che il professionista risponda in via principale del proprio operato, mentre ospedali e cliniche sarebbero chiamati in causa solo in caso di carenze organizzative o mancanza di autorizzazioni.
Immediate le reazioni. «Si tornerebbe indietro anni luce», avverte Filippo Anelli, presidente Fnomceo, che teme un’ondata di richieste di risarcimento e una fuga di medici verso altri Paesi. I sindacati parlano di «attacco vergognoso» e di un colpo di mano che smantella la legge Gelli-Bianco del 2017, nata per bilanciare responsabilità e tutele. Anaao Assomed e Cimo-Fesmed denunciano «un ritorno all’epoca della caccia al medico», mentre la Fp Cgil accusa il tentativo di scaricare sulle persone in corsia colpe gestionali delle aziende. Biancofiore difende la sua iniziativa come tutela di cittadini e medici, citando casi di errori clamorosi. Ma le critiche arrivano anche da altre forze politiche, che vedono nell’emendamento un passo indietro per l’intero sistema sanitario.




