“Pericolo di fuga”: in un’intercettazione Totò Cuffaro ipotizzava di trattenersi in Burundi in caso di indagine
Una frase carpita all’ex presidente della Regione convince i pm del concreto rischio di fuga. Ecco le ragioni della richiesta in carcere, il sequestro preventivo di 25.000 euro
Una delle motivazioni della richiesta di misura in carcere per Totò Cuffaro è motivata dai pm Andrea Zoppi e Giulia Falchi, per “il concreto e attuale pericolo di fuga”. È una conversazione intercettata che convince i magistrati che l’ex presidente potrebbe scappare. Sta ipotizzando che ci sia un’indagine nei suoi confronti mentre parla con una persona non coinvolta nelle indagini e manifesta “la volontà di sottrarsi alla pretesa della giustizia, sfruttando l’occasione di un suo viaggio già programmato, così manifestando non solo la volontà ma anche la concreta possibilità di un’ostruzione all’esecuzione di un provvedimento restrittivo della libertà personale.”
Nella richiesta della procura c’è anche il sequestro preventivo di 25mila euro per Alessandro Vetro, Giuseppe Giovanni Tomasino, Carmelo Pace e lo stesso Cuffaro. Vetro è accusato di aver consegnato denaro, tramite Cuffaro e Pace, a Giuseppe Tomasino, Direttore Generale del Consorzio di Bonifica Nord-occidentale della Regione Sicilia. Quello dei consorzi di bonifica è un altro settore “oggetto delle strategie lottizzatorie” – scrivono i pm – del noto esponente della Dc.




