Per non dimenticare Carmela Scimeca: una strada contro il silenzio

La donna aveva 47 anni quando nel 2010 a Partanna venne uccisa dal marito, che poco dopo si è suicidato
La giunta comunale di Montevago ha approvato una delibera per intitolare una via del paese a Carmela Scimeca, vittima di femminicidio. La richiesta è stata inviata alla Prefettura di Agrigento, che dovrà esprimere il proprio parere secondo quanto previsto dalla normativa vigente. La proposta prevede di sostituire l’attuale denominazione di via Alessandro Manzoni con “via Carmela Scimeca”.
Un atto di memoria e impegno civile”
“Abbiamo deciso di proporre l’intitolazione di un luogo pubblico a Carmela Scimeca per onorare la sua memoria e condannare ogni forma di violenza di genere”, ha dichiarato il sindaco di Montevago e deputata all’Ars, Margherita La Rocca Ruvolo. “Il suo nome continuerà a vivere nel cuore della nostra comunità, diventando simbolo di solidarietà e coraggio per le generazioni future.”
Un legame tra memoria e legge
La deputata ha ricordato il proprio impegno come firmataria e relatrice della legge regionale approvata cinque anni fa, che prevede nuove misure contro la violenza di genere e a sostegno delle vittime di crimini domestici. “È in nome di donne come Carmela e per i figli che restano soli, che dobbiamo continuare a lottare.”
Chi era Carmela Scimeca
Nata a Montevago il 3 marzo 1963, Carmela ha esercitato la professione di parrucchiera prima nel suo paese natale e poi a Partanna, dove si era trasferita nel 1991 dopo il matrimonio. Molto stimata per la sua creatività e passione, era rimasta profondamente legata a Montevago, dove manteneva vivi rapporti di amicizia e parentela.
La tragedia
Carmela Scimeca fu uccisa a coltellate dal marito, Giovanni Riccobono, 51 anni, al culmine di una violenta lite domestica. L’aggressione avvenne nella cucina dell’abitazione di via Trieste, sotto gli occhi del figlio quindicenne della coppia. Dopo il delitto, l’uomo si allontanò in auto e si tolse la vita gettandosi da un viadotto sulla statale Castelvetrano–Sciacca. I due coniugi si erano separati da poco e, secondo le testimonianze, i litigi erano frequenti. Nell’auto dell’uomo fu trovata una lettera scritta pochi giorni prima, in cui preannunciava il suicidio e chiedeva perdono alla moglie e ai figli