Omicidi in calo ma i femminicidi restano stabili: Italia maglia nera in Europa

Negli ultimi dieci anni l’Italia è diventata un Paese meno violento. Gli omicidi volontari sono scesi dai 475 del 2015 ai 319 del 2024, toccando il minimo storico dall’Unità d’Italia nel 2020, anno della pandemia, con 289 casi. A certificarlo sono le statistiche ufficiali diffuse dal ministero dell’Interno.

Dietro la riduzione complessiva dei delitti, però, si nasconde una contraddizione: la percentuale di femminicidi cala molto meno rispetto al totale. Dal 2015 al 2024 le vittime maschili di omicidio sono passate da 330 a 206, mentre quelle femminili da 145 a 113, con una diminuzione appena accennata. Nella quasi totalità dei casi si tratta di femminicidi, maturati in ambito familiare e affettivo. Dal 1° gennaio al 20 ottobre di quest’anno le donne uccise sono già state 85: nel 96% dei casi, secondo il 12° Rapporto Eures, si tratta di femminicidio.

Il Codice Rosso e i limiti della protezione

Nonostante l’introduzione nel 2019 del “Codice Rosso” (Legge 69), che rafforza la tutela delle vittime di violenza e maltrattamenti, la riduzione dei femminicidi è stata solo del 22% contro il 33% degli omicidi totali. Nel 2023 le vittime di sesso femminile rappresentavano il 35% del totale in Italia, una quota più alta rispetto a Spagna (34%), Francia (29%) e Grecia (21%). Gli studiosi Daniela Corso e Flavio Verrecchia, nel volume Violenza di genere e giustizia (FrancoAngeli), sottolineano come «permangano strutture relazionali che espongono in modo sproporzionato le donne», evidenziando la persistenza di una componente culturale nella violenza omicida.

La geografia dei femminicidi

Il fenomeno ha anche una forte incidenza territoriale. Nei primi dieci mesi del 2025 il Nord ha concentrato il 48,2% dei casi (41), seguito dal Sud (25, pari al 29,4%) e dal Centro (19, pari al 22,4%). Nel 2024 Lombardia e Lazio hanno registrato il maggior numero di femminicidi (14 ciascuna), seguite da Emilia-Romagna (10), Piemonte e Puglia (9), Sicilia (8) e Campania (7). Secondo gli studiosi, la diminuzione delle vittime legate al terrorismo e alla criminalità organizzata è stata compensata dalla persistenza della violenza domestica. Oltre il 95% delle donne assassinate risulta infatti vittima di partner, ex partner o familiari.

Case rifugio a rischio

A rendere più fragile la rete di protezione è anche la situazione delle case rifugio. In Italia sono 375, ma con forti disparità territoriali: la Lombardia ne conta 100, la Basilicata, il Molise e la Valle d’Aosta appena una. La Sicilia è quarta con 30 strutture. Il Cnca (Coordinamento nazionale comunità accoglienti) denuncia che molte cooperative sociali rischiano di non riuscire più a sostenere il servizio, complice la normativa del 2022 che impone bilanci dedicati esclusivamente alla violenza di genere.