“Non esiste”: odissea burocratica di una neonata tra tre Comuni
Un errore nella trasmissione dei dati anagrafici ha reso invisibile una bambina nata ad agosto. I genitori denunciano: “Per lo Stato nostra figlia non ha diritti”.
La nascita di Maria (nome di fantasia), il 17 agosto, avrebbe dovuto segnare l’inizio di una nuova vita. Invece, si è trasformata in un incubo burocratico che ha coinvolto i comuni di Agrigento, Realmonte e Comitini. Dopo la registrazione al Comune di Agrigento, l’impiegata aveva garantito l’invio della pratica a Realmonte, dove risiede la madre. Ma al momento di richiedere la carta d’identità, fatta al Comune di Comitini per accorciare i tempi, il sistema ha segnalato che Maria non risultava registrata. I genitori, stimati professionisti agrigentini, si sono rivolti ad Agrigento, dove l’ufficiale d’anagrafe ha liquidato la questione: “Non è affare nostro”. A Realmonte, dopo 40 km di viaggio, hanno scoperto che la pratica era stata appena trasmessa. “Per lo Stato mia figlia non esiste”, ha denunciato il padre, minacciando azioni legali. La registrazione anagrafica è un diritto fondamentale: senza di essa, un bambino non può accedere a sanità, scuola e servizi essenziali. In casi simili, è possibile inviare una diffida alla pubblica amministrazione e rivolgersi alle associazioni dei consumatori. Ma intanto, Maria ha rischiato di restare invisibile.




