Nobile insiste: “Sul Favara di Burgio evidente conflitto di interessi della Regione”

Sostiene che i cittadini agrigentini non debbano pagare l’acqua prelevata da pozzi situati nella stessa provincia e destinata esclusivamente ai Comuni locali

Aica continua a contestare come errata e illegittima la concessione dell’acquedotto Favara di Burgio a Siciliacque da parte della Regione Siciliana, definendola un “evidente conflitto di interessi”. La presidente Danila Nobile ha scritto nuovamente alla Regione dopo l’ennesimo rifiuto alla richiesta di subentro nella gestione dell’infrastruttura. Sostiene che i cittadini agrigentini non debbano pagare l’acqua prelevata da pozzi situati nella stessa provincia e destinata esclusivamente ai Comuni locali. Secondo Aica, trattandosi di un acquedotto provinciale, Siciliacque non può fatturare l’acqua emunta da pozzi dell’ambito. Nobile evidenzia il conflitto di ruoli del Dipartimento acque e rifiuti, che da un lato tutela Siciliacque e dall’altro ne è socio al 25%. Aica e Ati richiamano la sentenza della Corte Costituzionale 59/2025, che giustifica il sovrambito solo per infrastrutture sovraprovinciali, condizione che Favara di Burgio non rispetta. L’azienda chiede note di credito per l’acqua già fatturata, il trasferimento dell’acquedotto e l’apertura di un tavolo tecnico per una convenzione che garantisca l’uso della risorsa senza costi aggiuntivi per i cittadini. In caso contrario, annuncia azioni giudiziarie.