«No ad aree per aborto con obiettori negli ospedali siciliani»

Si schierano contro tante associazioni. Il testo di legge è in fase di approvazione presso l’Assemblea Regionale Siciliana.

«È da condannare fermamente il testo di legge in fase di approvazione presso l’Assemblea Regionale Siciliana, nella parte che prevede la realizzazione di aree ospedaliere dedicate alla pratica dell’interruzione volontaria di gravidanza e l’assunzione di personale medico dichiaratamente non obiettore di coscienza. Tale norma risulta inaccettabile per molteplici motivi. Innanzitutto, imponendo una discriminazione
nei confronti del personale sanitario obiettore, comprime gravemente la libertà di pensiero e di coscienza tutelata dalla Costituzione. Inoltre, introdurrebbe corsie preferenziali nei concorsi pubblici non basate sul merito professionale, bensì su un criterio puramente ideologico, ossia l’adesione o meno all’obiezione di coscienza. L’altro elemento da non trascurare è che anche in Sicilia si registra un drammatico calo delle nascite». Lo dichiarano i responsabili regionali di alcune associazioni: Alleanza Cattolica, Centro Studi Rosario Livatino, Ditelo Sui Tetti-Pubblica Agenda Sussidiaria e Condivisa, FederVita Sicilia, Fondazione Siloe, Forum delle Associazioni Familiari, Istituto Per la Famiglia Outside-Odv, Milizia dell’Immacolata di
Sicilia, Società Domani, Unione Giuristi Cattolici Italiani. «In questo contesto, – prosegue la nota – sarebbe auspicabile che le istituzioni regionali destinassero risorse economiche e sforzi programmatici per promuovere la natalità. Invece di pensare alla creazione di spazi dedicati esclusivamente all’aborto, è prioritario potenziare i consultori familiari, che in Sicilia soffrono di gravi carenze strutturali e di personale, favorendone l’integrazione nelle Case della Comunità di prossima istituzione. Si punti ad istituire, anche negli ospedali, sportelli informativi e di ascolto, affinché ogni donna sia resa consapevole dei numerosi strumenti legislativi che oggi permettono di portare a termine la gravidanza, anche in anonimato, qualora
lo desideri. Per tutte queste ragioni, e preannunciando ogni azione utile e necessaria per contrastare l’approvazione di una norma che riteniamo profondamente ingiusta e incostituzionale, chiediamo con forza – conclude la nota – che il legislatore regionale faccia un passo indietro e scelga di impegnarsi concretamente per promuovere e sostenere la natalità, invece di ostacolarla»