Monte Erice, il territorio insorge: “Non si tocca una gara che funziona”

La storica manifestazione automobilistica potrebbe essere esclusa dal calendario 2026 del Campionato Italiano Supersalita, in nome di un presunto “principio di rotazione”

La storica cronoscalata “Monte Erice, oltre sessanta edizioni ed evento di punta delle gare di velocità in salita in Sicilia insieme alla Catania-Etna e alla Coppa Nissena, rischia di essere messa da parte. Inserita nel dossier che ha consentito al Comune di Erice di ottenere il riconoscimento di Città Europea dello Sport 2027, la storica manifestazione automobilistica potrebbe essere esclusa dal calendario 2026 del Campionato Italiano Supersalita, in nome di un presunto “principio di rotazione”. In tutta la provincia di Trapani, e non solo negli ambienti sportivi, c’è indignazione e rabbia. I sindaci di Erice, Valderice, Trapani e il presidente del Libero Consorzio Comunale di Trapani hanno scritto ad ACI Sport per chiedere chiarezza. E lo hanno fatto con parole dure:”non si può penalizzare – scrivono – una manifestazione che non ha mai mostrato criticità organizzative, che continua a crescere nei numeri e che porta migliaia di persone sul territorio”. Gli amministratori snocciolano una serie di numeri: nell’ultima edizione i piloti iscritti sono stati 276, più dei 254 dell’anno precedente, e nel 2022 addirittura 330. Dati che rendono incomprensibile qualsiasi ipotesi di esclusione. La polemica è forte: “Una rotazione non può diventare un alibi per cancellare eccellenze – scrivono i sindaci – la Monte Erice è una delle cronoscalate più apprezzate d’Europa, richiama piloti da fuori Italia e genera un indotto economico enorme per alberghi, ristoranti e attività commerciali. Toglierle la titolarità del Campionato significherebbe colpire al cuore non solo lo sport, ma l’intera economia locale”. Non si tratta in effetti di una gara qualunque. È un pezzo di storia, un patrimonio sportivo e culturale che da oltre sessant’anni tiene insieme comunità, famiglie e appassionati. La sensazione di tutti nel territorio trapanese, è che si stia giocando con il destino di una gara che funziona, che cresce e che rappresenta un simbolo identitario. Una scelta che dalle comunità che da decenni sostengono e vivono la Monte Erice come un rito collettivo, viene percepita come uno schiaffo. E non è un caso che i sindaci ricordino come l’evento sia parte integrante del percorso che porterà Erice a diventare Città Europea dello Sport 2027: cancellarla significherebbe sabotare una strategia di sviluppo già avviata. Il messaggio è diretto e polemico: ACI Sport non può nascondersi dietro cavilli burocratici. La Monte Erice è un’eccellenza del motorsport italiano ed europeo, e privarla della titolarità sarebbe una decisione miope, ingiusta e profondamente irrispettosa verso un territorio che ha sempre dimostrato di saper organizzare con passione e competenza.