Lite continua nel Pd siciliano, predicano la pace ma praticano la guerra: gruppo parlamentare attacca Barbagallo

Pd è quella linea che divide il numeratore dal denominatore in una frazione che è la costante di questo partito. Scendono in piazza per la pace ma al loro interno si gettano le bombe

PALERNO- “Schlein deve sapere che non possiamo partecipare ad un congresso farsa, dove le regole sono state stabilite da Roma. Ci troviamo di fronte ad una situazione davvero insopportabile, non è più possibile continuare a sostenere una sordità da parte della segreteria nazionale Schlein”. Lo afferma il capogruppo del Pd all’Ars Michele Catanzaro, nel corso di una conferenza stampa nella la sede palermitana del partito. Una conferenza stampa per comunicare urbi et orbi il malessere del fronte di opposizione del segretario uscente Anthony Barbagallo, candidato al congresso regionale che si dovrebbe celebrare nelle prossime settimane. “Non hanno nemmeno apprezzato la disponibilità, in questi giorni, della figura di Antonello Cracolici – prosegue – che ha messo nome ed esperienza per dire: fermatevi, prima che sia troppo tardi. Noi non ci stiamo e lo abbiamo palesato in questi mesi di silenzio. Il 27 di gennaio si è consumata la fine delle regole del Pd”, conclude Catanzaro che aggiunge che “dire, come ha fatto Anthony Barbagallo, che avrebbe portato il gruppo parlamentare in tribunale, per la finanziaria, è un fatto grave”. Il riferimento è alle parole del segretario regionale uscente il quale, all’indomani dell’approvazione della finanziaria regionale, aveva annunciato una denuncia riferendosi a presunte “mance” contenute nella legge. “Barbagallo dovrebbe, eventualmente, prima autodenunciarsi – ha proseguito il deputato all’Ars Fabio Venezia. Il quale ha rivelato che nel luglio del 2023 lo aveva chiamato personalmente per chiedergli di portare avanti un intervento per 100 mila euro per una chiesa di Pedara. “Non si può la mattina dire che fa tutto schifo e poi la sera chiamare”, conclude Venezia. “E’ molto più semplice fare un Papa con il conclave che un segretario del Pd in Sicilia”.
“Fino a qualche settimana fa – prosegue – avevamo chiesto e detto che noi eravamo pronti a partecipare al congresso, ma avevamo bisogno di capire quello che si era consumato nell’ assemblea di gennaio. Avevamo raccolto 5 mila firme perché volevamo portare il partito ad un congresso con le primarie aperte, ma non ci è stata data l’opportunità di farlo, cosa che abbiamo detto anche alla Schlein. Noi non siamo disertori – conclude Catanzaro – lo continuo a dire: abbiamo fatto dell’unità il nostro caposaldo. Si è consumato però uno strappo forte”.