L’indagine sui depuratori agrigentini: efficienti solo 17 su 53

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Una rete in larga parte inefficiente, con impianti vetusti, malfunzionanti o del tutto inesistenti. Lo spiega uno studio realizzato dai carabinieri del Centro Anticrimine Natura di Agrigento sullo stato degli impianti di depurazione delle acque reflue nella provincia di Agrigento
AGRIGENTO- Il Sistema Idrico Integrato è gestito dall’AICA, società interamente pubblica alla quale hanno aderito, in tempi diversi, 33 dei 43 Comuni della provincia. Lo studio effettuato prende in esame lo stato di funzionamento di 53 impianti di depurazione, evidenziando una situazione allarmante: solo 17 risultano essere pienamente efficienti, 25 presentano criticità di vario livello e ben 11 sono completamente inefficienti o abbandonati. Inoltre, sette aree urbane della provincia risultano totalmente prive di sistemi di depurazione. Un vuoto infrastrutturale che comporta il mancato collettamento dei reflui fognari, con inevitabili ricadute sull’ambiente e sulla salute pubblica. Il documento elaborato dai militari del Centro Anticrimine Natura esamina in dettaglio il grado di efficienza degli impianti esistenti, evidenziando in numerosi casi carenze strutturali e gestionali. Vengono inoltre indicati sia gli interventi già effettuati che quelli ancora necessari per garantire un funzionamento corretto del sistema. Tra i problemi più frequenti rilevati: impianti sottodimensionati rispetto al carico effettivo, stazioni di sollevamento non operative, scarichi non trattati e manutenzione assente o insufficiente. «La fotografia scattata dai carabinieri – si legge in una nota del comando provinciale – restituisce un sistema idrico sottoposto a forti pressioni e inadeguato alle esigenze di una provincia che, oltre all’impatto ambientale, vede compromessa anche la propria attrattività turistica, soprattutto nelle aree di maggiore pregio paesaggistico, storico e naturalistico”. L’attività investigativa è finalizzata a fornire supporto alla Prefettura che potrà utilizzare i dati raccolti per avviare, d’intesa con gli enti locali, un piano di interventi. Il miglioramento del sistema idrico integrato, secondo lo studio- passa anche attraverso un maggior coordinamento tra i soggetti gestori e gli enti territoriali competenti, al fine di intercettare risorse e programmare interventi strutturali di lungo periodo. In questo senso sarà importante la collaborazione di Aica che conosce bene le problematiche legate agli impianti. (Foto di repertorio)