Legambiente Sicilia denuncia: “I Parchi regionali ridotti a centri di sottogoverno”

Un sistema percepito come lottizzato e sempre meno autorevole.

Alla vigilia della nuova tornata di nomine da parte del governo regionale siciliano, Legambiente Sicilia lancia un duro j’accuse contro la gestione degli enti parco, accusati di aver perso credibilità e di essere sempre più distanti dalle comunità locali. Secondo l’associazione ambientalista, le continue tensioni politiche legate alla nomina dei presidenti degli enti parco alimentano una crisi di fiducia profonda. “Anche i commissari regionali, che da anni reggono questi enti, vengono sostituiti a ogni cambio di colore politico della Regione”, si legge nella nota. Il risultato? Un sistema percepito come lottizzato e sempre meno autorevole.

Legambiente punta il dito contro una gestione che definisce “politico-clientelare”, chiedendo che le nuove nomine siano basate su criteri di competenza e trasparenza. La legge regionale prevede che i presidenti siano scelti tra persone distintesi nella tutela ambientale, con titoli culturali e professionali adeguati. Ma, secondo l’associazione, queste disposizioni vengono sistematicamente disattese. Il quadro tracciato è allarmante: enti privi di piani territoriali, guardiaparco assenti, bracconaggio diffuso e comitati esecutivi ridotti all’osso. Anche la figura del direttore è soggetta a continui cambiamenti politici, nonostante la legge regionale 22/2025 preveda la selezione da un albo di idonei, norma che – denuncia Legambiente – non è ancora stata attuata.

“È improrogabile – conclude la nota – mettere vincoli più rigorosi alle scelte discrezionali della politica e sancire incompatibilità chiare, soprattutto per chi ha già ricoperto ruoli negli uffici di gabinetto”. Un appello forte, che chiede di restituire ai parchi il ruolo di presidio ambientale e non di poltrona da spartire.