Legambiente contro il prestito da 20 milioni ad Aica: “Si salvano i debiti, non i cittadini”

“Ci chiediamo cosa abbia fatto Aica per non arrivare a questo punto e perché si intervenga solo per salvaguardare il credito milionario di Siciliacque, senza correggere gli errori tecnici e amministrativi che hanno portato al collasso”.

Scoppia la polemica sul prestito da 20 milioni di euro concesso ad Aica, la società che gestisce il servizio idrico nell’Agrigentino, per ripianare il debito con Siciliacque ed evitare il taglio progressivo della fornitura d’acqua fino al 75%. A sollevare dubbi e critiche è il Circolo Rabat di Legambiente Agrigento, con il presidente Daniele Gucciardo e il dirigente Giuseppe Riccobene che parlano di “prestito anomalo” e accusano il gestore di non aver fatto nulla per evitare il dissesto. “Il servizio idrico integrato è soggetto al principio del recupero integrale dei costi – ricordano – e qualsiasi richiesta di finanziamento pubblico a fondo perduto sarebbe irricevibile. Ci chiediamo cosa abbia fatto Aica per non arrivare a questo punto e perché si intervenga solo per salvaguardare il credito milionario di Siciliacque, senza correggere gli errori tecnici e amministrativi che hanno portato al collasso”. Legambiente punta il dito anche contro i sindaci soci e l’Assemblea territoriale idrica, accusati di non aver esercitato il ruolo di vigilanza. “Il quadro debitorio non si è creato in un giorno – sottolineano – eppure ai cittadini si è raccontato che andava tutto bene. Ora ci chiediamo chi stia mentendo: il presidente di Aica, il presidente della Regione o i sindaci soci? Schifani parla di anticipo delle somme dovute dai Comuni, i sindaci negano”. Il risultato è un clima di forte incertezza. “Gli agrigentini sono preoccupati, e noi con loro – concludono Gucciardo e Riccobene – perché temono che le soluzioni alla crisi idrica siano affidate proprio a chi l’ha creata, con evidente incompetenza”.