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LE DICHIARAZIONI DI CROCETTA, “PONTE DI FERRO IRREALIZZABILE”, SUSCITANO STUPORE. IN VERITA’ E’ FATTIBILISSIMO

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera dell’ingegnere Giuseppe Di Giovanna.

Egregio Direttore

leggo con molta perplessità, sul sito del Corriere di Sciacca, che il Presidente Crocetta, relativamente alla possibilità della installazione di un ponte in ferro sul Verdura, avrebbe dichiarato : “ Non è che non mi piace, mi hanno detto che non è installabile”.

Non posso fare altro che augurarmi che la notizia sia una burla. I ponti in ferro (del tipo Bailey o similari) si distinguono per la estrema flessibilità di utilizzo, per la immediatezza della costruzione (sono fatti di elementi prefabbricati) e per la possibilità di essere trasportati con grande facilità (addirittura li affittano).

Per essere montati hanno bisogno semplicemente di due punti di appoggio, uno per ogni riva del fiume da attraversare. La realizzazione dei punti di appoggio è semplicissima, basta una piastra in cemento, realizzabile in poche ore, o poco più. La luce raggiungibile con un’unica campata è di circa 80 metri, il Verdura è molto più stretto.

Sulla loro flessibilità di utilizzo, in ogni condizione, può testimoniare qualunque ingegnere. E’ in pratica lo strumento più utilizzato dai Geni Militari di tutti gli eserciti del mondo.

Ben diversa la soluzione, in questi giorni proposta, dei tubi affiancati in cui far scorrere l’acqua del fiume e su cui realizzare un guado (con un getto di cemento immagino). Ricordo un fatto successo tanti anni fa alla foce del torrente San Marco, in contrada Foggia. Si realizzò proprio un guado come quello proposto, con tubi affiancati del diametro di un metro. Alla prima pioggia lo sbarramento (di questo si tratta) causò l’allagamento dell’intero abitato della Foggia, fino a quando il buon Dio volle che la furia dell’acqua, poche ore dopo, si portasse tutto a mare, tubi e cemento compreso.

Certo, i tubi previsti per il Verdura hanno il diametro di tre metri, ma il fiume Verdura non è il torrente San Marco e basta parlare ai contadini della zona per capire che il livello di piena è ben superiore ai tre metri di diametro dei tubi proposti. Senza contare che il deflusso delle acque nei tubi sarebbe sicuramente ostacolato dalle sterpaglie e dagli alberi spesso sradicati dal fiume nei momenti di piena.

Non vorrei essere la Cassandra del momento, ma a mio modesto parere la soluzione dei tubi è un ottimo modo per trasformare una emergenza in una terribile tragedia.

Cordiali Saluti Ing. Giuseppe Di Giovanna

Redazione Corriere

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