Riformata la sentenza di assoluzione in primo grado per Agostino Recca, imprenditore ittico. La Corte di Appello, con sentenza dello scorso 26 febbraio, ha condannato l’imprenditore alla pena di 3.500 euro di ammenda, oltre al pagamento delle spese processuali di entrambi i gradi del giudizio. La Procura di Sciacca ha appellato la sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale di Sciacca.
I difensori dell’imprenditore Agostino Recca, Filippo Marciante e Filippo Carlino, avevano sostenuto la tesi dell’inammissibilità dell’appello. Tesi, questa, rigettata dalla Corte presieduta da Giacomo Montalbano, consiglieri Luciana Castelli e Giuseppina Cipolla.
L’accusa in capo all’imprenditore ittico era quella di aver scaricato reflui non depurati e ad elevatissimo carico inquinante provenienti dalla sua attività. Il giudice del Tribunale di Sciacca, Grazia Scaturro, in data 11 settembre 2017, aveva assolto con formula piena l’imprenditore. Le indagini sono state condotte dalla Capitaneria di Porto di Sciacca e coordinate dal sostituto procuratore Michele Marrone.
I fatti risalgono al 2014 e secondo l’accusa l’imprenditore avrebbe scaricato i reflui su una strada mediante una tubazione interrata.
Filippo Cardinale
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