In Sicilia scatta l’obbligo di assumere medici non obiettori di coscienza nelle strutture ospedaliere pubbliche

Disegno di legge del Pd passato in aula con il voto segreto. In Sicilia c’è un altissimo numero di obiettori, che supera l’85% tra i ginecologi

Lo prevede una norma approvata nel pomeriggio dall’Assemblea regionale siciliana, nell’ambito di una disegno di legge in materia di sanità, passato in aula col voto segreto. Un via libera che garantisce la piena attuazione della legge 194 del 1978, che tutela il diritto delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza. “Una battaglia di civiltà che ho portato avanti con determinazione, insieme a tutto il gruppo del Pd. Oggi siamo più vicini a un traguardo storico per la sanità siciliana – dice il deputato regionale Dem Dario Safina – Il nostro obiettivo è che il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza sia reale, non solo teorico. Troppe siciliane si sono scontrate finora con un muro fatto di carenze organizzative e di un altissimo numero di obiettori, che in Sicilia supera l’85% tra i ginecologi. Con questa norma, poniamo le basi per un sistema sanitario più equo, efficiente e rispettoso dei diritti di tutte”. Il testo approvato in aula prevede procedure concorsuali dedicate esclusivamente a medici non obiettori e l’obbligo per le aziende sanitarie di provvedere tempestivamente alla loro sostituzione qualora dovessero cambiare idea, garantendo così la continuità del servizio e il pieno rispetto del diritto delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza.

Non sono mancate le polemiche: “Il voto segreto sul nostro disegno di legge – dice il capogruttp Pd Michele Catanzaro – ha mostrato in modo lampante tutte le crepe di una maggioranza ormai spaccata. Una debolezza che non può essere liquidata come un semplice incidente parlamentare, ma rappresenta un importante segnale politico. Dietro il paravento del voto segreto, – aggiunge – una parte della maggioranza ha scelto di smarcarsi appoggiando la bontà della proposta Pd. Il ddl appena approvato – spiega – rappresenta una grande occasione per garantire il diritto fondamentale delle donne ad accedere, senza ostacoli, ai servizi previsti dalla legge. Il testo punta a rafforzare l’organizzazione delle strutture sanitarie senza ledere alcun diritto individuale. Sarebbe stato inaccettabile – conclude Catanzaro – se logiche ideologiche e calcoli elettorali avessero avuto il sopravvento sul buon senso e sulla tutela della salute pubblica”.