Il suolo scompare: tra cemento e fotovoltaico la Sicilia cambia volto

Il report ISPRA 2025 fotografa un territorio sempre più artificiale: crescono le costruzioni, i mega impianti solari e le trasformazioni vicino alle coste e in zone sismiche. Siracusa e Trapani guidano la nuova corsa al consumo. Aumento di nuove costruzioni in provincia di Agrigento

Il nuovo report ISPRA 2025 sul consumo di suolo in Sicilia restituisce una doppia immagine del territorio. Da un lato, quella storica: le aree già fortemente urbanizzate, come le cinture di Palermo e Catania, dove comuni come Isola delle Femmine (54,29%) e Gravina di Catania (50,83%) guidano la classifica della cementificazione. Dall’altro, la fotografia più recente, che mostra le aree in cui il suolo naturale è stato più aggredito nell’ultimo anno: le province di Siracusa e Trapani, dove l’espansione dei mega impianti fotovoltaici a terra ha accelerato la trasformazione del paesaggio.

Il consumo di suolo non riguarda solo edifici, ma ogni intervento che modifica artificialmente il territorio: piazzali, infrastrutture, discariche, campi sportivi e soprattutto impianti energetici. In Sicilia, il 6,56% della superficie è ormai occupato, sotto la media nazionale (7,07%), ma il trend è in crescita. Tra il 2023 e il 2024 sono stati persi 799 ettari di suolo naturale, con Siracusa (210 ettari), Trapani (164) e Catania (116) in testa. Marsala, Carlentini e Augusta guidano la classifica dei comuni con maggior incremento, seguiti da Licodia Eubea, Castelvetrano e Santa Croce Camerina. In totale, 271,8 ettari sono stati coperti da pannelli solari, pari al 34% del suolo consumato nell’isola.

Agrigento, pur non essendo tra le province con i picchi più alti, mostra segnali di crescita preoccupanti. Alcuni comuni dell’entroterra e della fascia costiera hanno registrato un aumento di nuove costruzioni, spesso in aree agricole o paesaggisticamente sensibili. La pressione edilizia si fa sentire anche qui, con progetti residenziali e turistici che avanzano verso zone finora intatte.