Il Pd dimentica la lotta fraticida in ambito regionale e si occupa di Sciacca

Domani conferenza stampa degli alleati della coalizione che ha appoggiato il sindaco in campagna elettorale. Gli assessori defenestrati manifesteranno la loro posizione. Il Pd regionale, la corrente di Barbagallo in particolare, in guerra con un nutrito gruppo di parlamentari che hanno contestato aspramente la regolarità del congresso regionale del partito, dimentica chi nel Pd saccense ha dato anima e corpo

SCIACCA- Se a Sciacca manca una struttura teatrale (il teatro Popolare non è ancora completato), la politica offre un “teatro” itinerante. Ciò che accaduto nell’ultimo periodo nell’ambito della coalizione che ha sostenuto il sindaco Fabio Termine è degno del tetaro dell’assurdo. Ed è altrettanto assurdo che una parte del Pd regionale, quello che fa riferimento al segretario Barbagallo, la cui elezione è stata contestata aspramente anche a mezzo di ricorsi, minaccia epurazioni, degne delle purghe staliniane di un tempo e putiniane nei tempi attuali. Il coordinatore regionale del PD Giacomo D’Arrigo invoca una “convocazione di una riunione urgente sulla grave situazione politica del comune di Sciacca”. Che strano, “l’urgenza” emertge solo nelle scorse ore, dopo mesi di mancati confronti all’interno del partito e della coalizione che sosteneva l’amministrazione, e dopo due settimane dall’estromissione degli assessori Di Paola e Gulotta dalla giunta a seguito della “defenestrazione” a mezzo nota diffusa mezz’ora prima della celebrazione del Consiglio comunale firmata dal sindaco Fabio Termine. Una defenestrazione avvenuta dopo una richiesta scritta, sotto l’egida del documento politico, presentata alla Presidenza del Consiglio comunale, da parte degli alleati della coalizione, consiglieri comunali del Pd, di M5S e Verdi, oltre che dagli assessori Simone Di Paola e Valeria Gulotta. Un documento con il quale gli alleati firmatari richiedevano collegialità delle scelte, coinvolgimento e nel contempo evidenziavano una spinta propulsiva ad una azione amministrativa in stallo. Richieste avanzate nei mesi scorsi ma che non hanno avuto, da parte del sindaco, riscontro. Il sindaco ha messo nero su bianco che è venuto meno il rapporto di fiducia. Chiodo schiaccia chiodo è la filosofia del sindaco che ha ritenuto di “cacciare” i “ribelli. Una azione di difesa che giuridicamente non è pari alla “offesa” ricevuta. Il coordinatore Giacomo D’Arrigo, lontano da Sciacca e dalle cose saccensi, dimentica la portata degli epurati. Simode Di Paola è stato capogruppo Pd al Consiglio comunale quando sindaco era Francesca Valentio del Pd, Simone Di Paola ha svolto il suo ruolo con costanti interventi a difesa dell’operato del sindaco Francesca Valenti attaccata duramente dall’allora consigliere comunale Fabio Termine dal suo seggio dell’opposizione. Simone Di Paola è stato segretario provinciale del Pd per quattro anni riuscendo a rivitalizzare un partito dilaniato dalle lotte interne. Valeria Gulotta è stata vicesindaco e assessore, ma è stata anche la prima eletta nelle scorse elezioni della lista del Pd, contribuendo in modo sostanzioso alla elezione di Fabio Termine a sindaco. Elezione garantita anche dai voti dei consiglieri del gruppo consiliare Pd, M5S e Verdi, tutti firmatari del documento politico con il quale sollecitavano chiarezza e slancio amministrativo al sindaco Fabio Termine. Sindaco leader del movimento civico Mizzica, per anni all’opposiziione e protagonista di attacchi violenti al Pd. Sindaco che nell’ultimo giorno utile al tesseramento al Pd, cioè lo scorso 31 dicembre, nel massimo segreto aderisce con i suoi fedeli al partito. Guarda caso proprio nella corrente opposta a quella del deputato e capogruppo all’Ars, il saccense Michele Catanzaro che lo ha sostenuto in campagna elettorale. Una Opa a tutti gli effetti con l’obiettivo di mettere in minoranza il deputato saccense.
Si fa riferimento, nella convocazione di D’Arrigo, alla necessità che senso di responsabilità e di appartenenza al partito consentano di superare le tensioni esistenti, che sono passate anche dalla richeista di dimissioni del sindaco del Pd da parte dei consiglieri comunali del Pd. Convocazione che si conclude con l’avvertimento che se gli iscritti al partito, nelle loro dichiarazioni, non rispettano obblighi statutari e codice etico, danneggiando l’immagine del Pd, saranno segnalati agli organismi competenti del partito stesso. 
D’Arrigo ha messo la benda agli occhi spinto, assai probabilmente, dal sindaco di Sciacca. Domani si svolgerà la conferenza stampa degli assessori defenestrati e dei consiglieri comunali alleati destinatari della fine del rappoorto di fiducia espresso dal sindaco.
Sono in corso ancora tentativi di ricomporre la frattura, anche se al momento sembra che siamo ormai ai titoli di coda del progetto che nel 2022 condusse Fabio Termine a vincere le elezioni amministrative.
Dall’ala riformista del Pd si apprende che se il sindaco azzererà la rimanente parte della sua giunta si può tornare a discutere e a confrontarsi. Cosa che però Termine non intende fare. Oltre agli ex del nucleo storico di Mizzica Dimino, Patti e Sinagra, al suo posto c’è ancora Fabio Leonte. Che non faceva parte di Mizzica ma che, con la sua decisione di non dimettersi da consigliere comunale eletto nella lista Ferdinandea, ha di fatto acceso le polveri dello scontro tra Termine e Catanzaro. Sarebbero poi arrivati il passaggio di Modica da Mizzica al Pd di Michele Catanzaro ma, soprattutto, il tesseramento di San Silvestro operato dal sindaco e dai suoi più stretti collaboratori con la componente della sinistra interna del partito. Sinistra interna che ora prova a porre rimedio, minacciando di fatto di espulsione dal partito quei tesserati che intendano perseguire nello scontro, nulla rimproverando in estrema sintesi al sindaco. Che paradosso per un partito che nella sigla ha la D di democratico!
Il sindaco, in buona sostanza, dovrebbe rimangiarsi tutto e per miracolo ridare quella fiducia che ha rimosso con tanto di nota ufficiale. La drammaturgia nella nostra città non manca. Un modo, poco edificante, per spezzare la noia. Finirà a vino e tarallucci?

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