Il “metodo Brucculeri”: meno nomi, più squadra. Come il tecnico ha trasformato lo Sciacca
Il talento non gli è mai mancato, ma ora sembra aver trovato la versione migliore di sé. E oggi, più che mai, sembra l’uomo giusto al posto giusto.
SCIACCA. Da quando il 21 ottobre Totò Brucculeri si è seduto sulla panchina dell’Unitas Sciacca, il club neroverde ha cambiato pelle. Non è un’esagerazione giornalistica: in meno di due mesi il tecnico ha rimesso insieme i pezzi di una squadra che, nel primo mese e mezzo di campionato, aveva tradito aspettative, entusiasmo e potenziale. Oggi, invece, lo Sciacca è un gruppo riconoscibile, più solido, più convinto. E soprattutto competitivo. Il merito è di un allenatore che ha saputo incidere su ogni livello: tecnico, tattico, mentale e perfino gestionale. Brucculeri non si è limitato a correggere la rotta, l’ha completamente ridisegnata. Ha studiato i giocatori uno per uno, ha individuato pregi e limiti, ha cucito addosso alla squadra un abito tattico coerente e funzionale. E quando ha capito che alcuni elementi arrivati in estate non erano in grado di dare ciò che serviva, ha avuto il coraggio, raro in queste categorie, di cambiare. Via chi non incideva, dentro chi poteva garantire fame, equilibrio e disponibilità. Il risultato? Paradossalmente, con un organico ridotto e con tanti giovani, lo Sciacca ha iniziato a giocare meglio. Più ordine, più intensità, più idee. La squadra è diventata corta, compatta, sicura di sé. Ha ritrovato entusiasmo e ha iniziato a produrre un calcio credibile ed efficace, che alterna gioco tradizionale e moderno. Anche quando ha dovuto fare a meno di giocatori importanti, l’approccio ad ogni partite è rimasto immutato. I risultati sono arrivati e la conquista della finale di Coppa Italia regionale (nella gara con il Partinico grande sacrificio da parte di tutti) è la prova più evidente che il gruppo lo segue e che il percorso oggi ha una direzione chiara. Occorre qualche innesto, l’organico è risicato. E si sta lavorando in questa direzione. Senza puntare a nomi eccellenti, ma pensando a giocatori pronti a mettersi al servizio di un progetto, funzionali e desiderosi di crescere.
Brucculeri, che in passato ha pagato un carattere istintivo e un atteggiamento a volte troppo sanguigno, oggi appare diverso. Più lucido, più razionale, più allenatore. Più disponibile e pronto al dialogo anche con chi lo critica. Il talento non gli è mai mancato, ma ora sembra aver trovato la versione migliore di sé. Gli manca ancora qualche sorriso ammaliatore in più, ma è solo un dettaglio. Forse, come confidano in molti, si rammarica di non essere stato anni fa quello che è oggi. Ma il presente gli sta dando ragione, e i tifosi se lo godono: il “Bruck” è diventato un idolo neroverde. Adesso serviranno innesti mirati per completare l’opera, su questo si sta lavorando, ma la sensazione è che Sciacca abbia finalmente trovato la figura giusta per costruire un progetto vero. Con Brucculeri, il ritorno in Serie D non è più un sogno vago: è un obiettivo possibile, da raggiungere attraverso il campionato o, se necessario, tramite un ripescaggio. La società può pensare a programmare, perché ha un tecnico capace di creare un gruppo vincente che li aiuta a non perdere di vista la sostenibilità economica, condizione indispensabile per un futuro solido. Totò Brucculeri non ha solo rimesso in piedi una squadra: ha ridato identità a una piazza che merita ambizione. E oggi, più che mai, sembra l’uomo giusto al posto giusto.





