Il governo rilancia sul Ponte: dopo lo stop della Corte dei conti e le polemiche, toni più distesi ma determinazione intatta
 
                Il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha escluso scontri istituzionali, garantendo piena collaborazione
Dopo il clamoroso no della Corte dei conti al visto di legittimità per la delibera Cipess sul Ponte sullo Stretto, il governo ha reagito con fermezza, parlando di «atto di invasione» e promettendo che «non si fermerà». Tuttavia, nel giro di poche ore, i toni si sono ammorbiditi: l’esecutivo ha scelto di attendere le motivazioni ufficiali per rispondere «puntualmente a ciascun rilievo».
Il vertice d’urgenza convocato da Giorgia Meloni a Palazzo Chigi ha visto la partecipazione di Matteo Salvini, Antonio Tajani in videocollegamento, e altri esponenti di governo. In quell’occasione, è stato ammesso lo slittamento dell’avvio dei lavori da novembre a febbraio.
Il caso si inserisce in un momento delicato: il Senato ha appena approvato la riforma della giustizia, e il centrodestra punta ora a intervenire anche sulla Corte dei conti. Meloni ha definito le riforme «la risposta più adeguata a una intollerabile invadenza», ribadendo l’intenzione di realizzare il Ponte, «opera strategica e unica al mondo». Il Guardasigilli Carlo Nordio ha sottolineato la necessità di chiarire i confini tra magistratura e politica, mentre Salvini ha escluso scontri istituzionali, garantendo piena collaborazione con la Corte






 
  
  
                                         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                        