Il destino sospeso del Castello di Palma di Montechiaro

Sentenza della Cedu di Strasburgo: proprietà contesa, restauri criticati e futuro museale incerto

Arroccato sul mare, il trecentesco Castello di Palma di Montechiaro, unico tra i manieri chiaramontani, è da anni al centro di un contenzioso tra gli eredi Bilotti Ruggi d’Aragona e il Comune, che lo espropriò per trasformarlo in museo senza mai realizzare il progetto. Già nel 2005 il TAR ne aveva ordinato la restituzione alla società Vallesinella di Roberto Bilotti, discendente di Pietro III d’Aragona e di Costanza di Svevia, ma l’amministrazione aveva aggirato la sentenza con un atto poi dichiarato incostituzionale. Ora la Corte europea dei diritti dell’uomo ha sancito l’illegittimità dell’esproprio, riconoscendo la violazione dell’articolo 1 del Protocollo addizionale della Convenzione, che tutela il diritto alla proprietà. Nonostante il pronunciamento, il futuro del castello resta incerto: la fortezza è chiusa e vuota, mentre Bilotti denuncia l’occasione mancata di inserirla in un circuito turistico di prestigio, offrendo la sua collezione di reperti archeologici — vasi greci, manufatti sicilioti e bronzi da Gela — per valorizzare un patrimonio che rischia di rimanere imprigionato tra carte bollate e inerzia amministrativa.