Giugno tra i più caldi della storia

Da martedì le temperature massime torneranno ovunque intorno ai 28-30 gradi, mercoledì anche in Sicilia e Puglia
E il giugno appena trascorso, secondo quanto anticipato dal Consorzio Lamma/Cnr-Regione Toscana, a confermarsiil secondo più caldo in assoluto, proprio alle spalle del giugno 2003.Il caldo, comunque, sta per andare in pausa. A determinare l’abbassamento delle temperature è la perturbazione atlantica che ha già invaso il Nord: si allungherà da domani sul Centro portando le temperature massime da martedì intorno ai 30 gradi, anche al Sud con l’eccezione di Sicilia e Puglia. Un sollievo che però durerà poco, come nota il direttore del Consorzio Lamma/Cnr-Regione Toscana, Bernardo Gozzini. «Da sabato 12 luglio – spiega – le temperature dovrebbero risalire a causa dell’afflusso di nuova aria calda nordafricana». Al momento, secondo l’esperto, l’instabilità riguarda soprattutto Lombardia, Alto Adige e Friuli-Venezia-Giulia, e in misura meno intensa le zone interne degli Appennini e le Regioni Centrali, dove si registrano temporali sparsi. Domani in mattinata il maltempo toccherà, con forti temporali, la Pianura Padana e la costa della Toscana, almeno fino a lunedì. Un pò di instabilità persisterà fino a martedì su Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli, Emilia Romagna e Toscana.
L’evolversi del meteo
E da martedì, quando la perturbazione avrà raggiunto anche la Campania, le temperature massime torneranno ovunque intorno ai 28-30 gradi, mercoledì anche in Sicilia e Puglia. «Avremo temperature sotto la media del periodo – nota Gozzini – per quasi tutta la settimana». L’invito del direttore del Consorzio Lamma/Cnr-Regione Toscana è di «godersi questa tregua, sperando che non si verifichino eventi estremi intensi oltre a quelli che abbiamo registrato ieri e oggi, a partire dall’esondazione del Seveso. A innescare questi fenomeni – conclude – è lo scontro tra masse d’aria molto calde e cariche di energia con quelle in quota più fredde». Per il meteorologo de iLMeteo.it, Federico Brescia, «ciò che preoccupa maggiormente non è il picco in sè, quanto la durata di queste ondate di caldo estremo. Se 40 anni fa queste potevano durare 2-3 giorni e non si ripetevano per più di due volte nell’arco dell’estate, adesso sono lunghe e ripetute anche a breve distanza».