(fotogallery) Sensibilizzazione e consapevolezza: il seminario sulla violenza di genere al plesso Miraglia

Interventi della procuratrice della Repubblica Maria Teresa Maligno e del primario del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca Salvatore Incandela

SCIACCA. L’aula magna del plesso Miraglia ha ospitato un seminario di grande spessore educativo e civile, incentrato sul tema della violenza di genere. L’incontro, promosso nell’ambito delle attività del Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), ha rappresentato un importante momento di formazione e riflessione per studenti e studentesse, volto a stimolare una maggiore consapevolezza e responsabilità sociale. Moderato dalla giornalista del Giornale di Sicilia Francesca Capizzi, da anni impegnata nella comunicazione sociale, l’evento ha visto la partecipazione di due figure di rilievo: la procuratrice Maria Teresa Maligno e il primario del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca, dottor Salvatore Incandela. La dottoressa Maligno ha aperto il suo intervento con un’analisi approfondita della Legge 19 luglio 2019, n. 69, nota come “Codice Rosso”, che ha introdotto misure urgenti per la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Ha spiegato come questa normativa abbia accelerato i tempi di intervento della magistratura, imponendo che le denunce vengano esaminate entro tre giorni e che le indagini siano avviate tempestivamente. In un passaggio particolarmente significativo, la procuratrice ha affrontato anche il tema della violenza digitale, evidenziando i rischi legati all’uso improprio della rete e dei social media. Altro punto focale è stato l’uso del braccialetto elettronico, uno strumento di controllo a distanza dei soggetti indagati o condannati per reati di violenza di genere, utile a garantire la distanza fisica dalle vittime, non è una soluzione definitiva ma rappresenta un’importante misura preventiva. Durante il confronto con gli studenti, la dottoressa ha risposto a numerose domande, mostrando disponibilità al dialogo e sensibilità nel trattare anche temi di attualità, come il recente annuncio del Ministro della Giustizia in merito alla possibilità per le vittime di rifugiarsi temporaneamente in chiese e farmacie, luoghi che potrebbero diventare punti di primo soccorso e protezione. Il dottor Incandela ha invece illustrato l’importanza del Codice Rosa, un percorso attivo nei pronto soccorso italiani per l’accoglienza e la presa in carico delle vittime di violenza. Ha spiegato come questo protocollo consenta una risposta integrata tra medici, infermieri, psicologi e forze dell’ordine, garantendo la tutela e l’ascolto immediato delle donne che si presentano con segni di abuso, anche non dichiarati. Il corpo parla e la nostra responsabilità è saper leggere quei segnali che spesso sono silenziosi ma eloquenti. Non sempre le vittime hanno la forza di raccontare subito cosa è accaduto, per questo è essenziale un approccio umano e multidisciplinare. Il medico ha posto l’accento anche sugli indicatori fisici e psicologici che possono emergere in ambito clinico e sull’importanza di una formazione specifica per gli operatori sanitari. Il seminario si è concluso con un momento di confronto, durante il quale gli studenti hanno posto domande, condiviso riflessioni e mostrato grande partecipazione. L’iniziativa ha voluto promuovere non solo l’informazione, ma anche un apprendimento attivo e partecipativo, fondamentale per costruire una scuola e una società più giuste, consapevoli e rispettose. Con incontri come questo, la scuola si propone come presidio educativo e civile, contribuendo in modo concreto alla prevenzione della violenza di genere e alla formazione di cittadini e cittadine attenti, empatici e responsabili.