Educazione sessuale, il disegno di legge Valditara divide: psicologi in allarme

Nove ordini regionali, tra cui quello siciliano, hanno chiesto di essere ascoltati dal ministero.
Vietata alle elementari e medie, consentita alle superiori solo previa visione del materiale da parte delle famiglie: è questa la linea del disegno di legge presentato dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, ulteriormente irrigidita dagli emendamenti della Lega. Una proposta che ha sollevato forti preoccupazioni tra gli psicologi italiani. Nove ordini regionali, tra cui quello siciliano, hanno chiesto di essere ascoltati dal ministero. «L’educazione sessuale non è una questione morale, ma di salute pubblica», afferma Enza Zarcone, presidente dell’Ordine degli psicologi di Sicilia. «Un’educazione affettiva adeguata all’età aiuta a prevenire bullismo, violenza di genere, uso distorto dei media e rafforza le competenze emotive e relazionali».
Secondo gli esperti, ignoranza e pregiudizi continuano a dominare il dibattito. Molti genitori temono che parlare di sessualità a scuola spinga i figli a fare sesso, ignorando che l’età dei primi rapporti si è abbassata e che molti ragazzi si informano online o attraverso la pornografia. «Rinviare questi temi è pericoloso», avverte Zarcone. Altro nodo è la questione di genere, spesso osteggiata per timore di “ideologie”. «Non si inculca nulla, si affrontano realtà che emergono spontaneamente dai ragazzi, con approccio scientifico e rispetto per tutti gli orientamenti».
Critiche anche alla scelta di affidare l’educazione sessuale agli insegnanti, escludendo figure professionali come psicologi e ginecologi. «La buona volontà non basta: servono competenze specifiche», sottolinea Zarcone. Il ddl rischia di travisare il senso dell’articolo 30 della Costituzione, che riconosce il primato educativo alle famiglie, ma non esclude il supporto di agenzie formative. Le nuove generazioni faticano a gestire le emozioni: educarle sin da piccole è fondamentale per prevenire stereotipi e violenza.