Droga e telefonini in carcere: tra gli indagati un saccense e un aragonese

Sostanze stupefacenti e telefoni cellulari anche grazie alla corruzione di alcuni agenti della Polizia Penitenziaria
Ci sono anche due agrigentini tra le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Palermo che ha fatto scattare dodici arresti e fatto luce su un sistema che consentiva di introdurre droga e telefonini all’interno del carcere Pagliarelli di Palermo, grazie anche alla complicità di alcune guardie penitenziarie. Come riportato da Grandangolo Agrigento, nell’inchiesta sono coinvolti Giuseppe Bono, 43 anni di Civitavecchia ma residente a Sciacca e Antonio Lo Nigro, 33 anni di Aragona. Per entrambi erano state chieste misure cautelari, in carcere per Lo Nigro e ai domiciliari per Bono, ma il Gip del Tribunale di Palermo non ha accolto le richieste. Bono, durante il periodo della reclusione, avrebbe aiutato due detenuti ad eludere le investigazioni dell’Autorità Giudiziaria. Un sistema, quello scoperto dai magistrati, che consentiva di portare all’interno del carcere palermitano sostanze stupefacenti e telefonini che venivano venduti a prezzi esorbitanti. Sono stati sequestrati 56 micro cellulari, 25 smartphone, sim card e oltre un chilo di droga.