Democrazia “poco” Partecipata: 18 Comuni agrigentini sanzionati

Regione interviene con una riduzione dell’importo per inadempimenti dell’obbligo di adottare misure previste da una legge regionale

Il presidente della Regione, Renato Schifani, che attualmente ricopre anche l’incarico di assessore ad interim alle Autonomie locali, ha autorizzato l’anticipo del 60% della quarta trimestralità 2025 a favore dei Comuni che hanno già percepito le prime tre rate dell’anno. Ma per 18 Comuni agrigentini ci sarà una riduzione dell’importo per inadempimenti dell’obbligo di adottare misure di “Democrazia partecipata” in relazione ai trasferimenti dell’anno 2024. La legge regionale siciliana impone a tutti i Comuni di spendere almeno il 2% dei fondi che ricevono ogni anno dalla Regione chiedendo a persone e associazioni di proporre progetti e poi scegliere quali finanziare. Se non lo fanno, si applica una sanzione: sono obbligati a restituire le somme, successivamente ripartite sotto forma di bonus tra i Comuni “virtuosi”, quelli cioè che nello stesso periodo di tempo hanno speso in toto i fondi della democrazia partecipata.

I Comuni sanzionati, che devono restituire determinati importi sotto forma di riduzione della quarta rata della trimestralità 2025, sono Agrigento (1.277,78 euro); Aragona (2.647,18 euro); Caltabellotta (23.237,02 euro); Casteltermini (10.103,21 euro); Castrofilippo (111,44 euro); Cianciana (79,67 euro); Comitini (317,95 euro); Favara (1.291,21); Lampedusa e Linosa (3.143,94 euro); Lucca Sicula (8.900,16 euro); Menfi (2.556,47 euro); Montallegro (11.294,51 euro); Palma di Montechiaro (112,43 euro); Racalmuto (12.474,30 euro); Realmonte (15.576,48 euro); San Giovanni Gemini (1.016,44 euro); Santa Margherita Belice (6.559,16 euro); Villafranca Sicula (4.889,70 euro). Si tratta di piccoli importi, ma che dimostrano una scarsa attenzione degli amministratori comunali ad una procedura che punta a coinvolgere la popolazione nelle decisioni su come spendere parte delle risorse pubbliche. Ai Comuni siciliani, come detto, viene imposto di spendere almeno il 2% delle somme trasferite dalla Regione ed i progetti devono riguardare arredo urbano, spazi verdi, attività culturali, servizi sociali, iniziative giovanili e altre aree di interesse collettivo. Se un Comune non utilizza le somme in questo modo (sono coinvolti nel sistema delle sanzioni centinaia di Comuni in tutta la Sicilia), è obbligato a restituirle nell’esercizio finanziario successivo. Per non essere sanzionati i Comuni dovevano aver completato il processo di democrazia partecipata 2024 e, come minimo, aver pubblicato un avviso pubblico, successivamente aver scelto insieme a cittadini e associazioni gli interventi da finanziare, infine aver impegnato o speso la somma a disposizione.