Crisi idrica, “Assessore Curreri inadeguato”, “Il sindaco abbia il coraggio di uscire dall’Aica”. Attacco di Controcorrente e Dc

Come lo scorso anno, o forse peggio. La crisi idrica replica ciò che è accaduto lo scorso anno, forse lo peggiora. Controcorrente Faro di Sciacca e la Dc criticano l’Amministrazione comunale
SCIACCA- “La città di Sciacca è allo stremo. Rubinetti a secco per giorni, turni stravolti senza preavviso. Nel frattempo, l’amministrazione comunale resta immobile, incapace di gestire la crisi e priva di qualunque visione strategica”. L’attacco all’amministrazione comunale oggi ha una duplice fonte, quella di Controcorrente Faro di Sciacca e della Dc. Controcorrente non nasconde la realtà che affligge la nostra città: una rete idrica obsoleta e fatiscente, con dispersioni che superano il 50%; le sorgenti del territorio interconnesse ad altri Comuni, lasciando Sciacca in svantaggio; furti e sabotaggi negli impianti di sollevamento, con la città lasciata senza acqua per giorni; guasti elettrici continui. In tale contesto, si assiste ad un rimpallo di responsabilità tra Aica e Comune di Sciacca. Una situazione aggravata, sottolinea Controcorrente, da una “comunicazione inesistente e confusa, mentre la cittadinanza viene informata a disastro già avvenuto. Questa non è più un’emergenza: è un fallimento gestionale”. Per Controcorrente le “soluzioni ci sono ma l’assessore Curreri e il sindaco non le mettono in campo. Non solo critica, ma anche proposta da parte di Controcorrente: attivare un piano strutturale con il supporto della Protezione Civile che garantisca autobotti permanenti. Videosorveglianza, controllo del territorio, vigilanza attiva: i furti e i sabotaggi ai pozzi sono ormai sistematici. Senza misure concrete, il servizio resterà a rischio continuo. E ancora: basta con diffide generiche, servono atti formali, denunce, sanzioni e trasparenza sui ritardi e le responsabilità. Chi gestisce l’acqua e l’energia non può continuare a fallire impunemente.
L’attacco della segreteria cittadina e del gruppo consiliare della DC
All’attacco di Controcorrente fa il paio quella della DC che evidenzia come a Sciacca vi è un servizio idrico carente, disorganizzato, incapace di garantire un diritto fondamentale. Utenze non servite, altre servite con il contagocce. Cittadini costretti a rivolgersi ai privati – dopo la trafila del codice ODI, diventato ormai una vessazione – per ricevere l’acqua che AICA, società pubblica, non riesce a garantire. Come se non bastasse, arriva la beffa: diffide per il pagamento di bollette salatissime, a fronte di un servizio che spesso non esiste o è altamente precario. Il vibrante destro arriva con un interrogativo: “Chi amministra cosa fa?” In consiglio comunale c’è chi minimizza lo sfacelo e chi, con coraggio e onestà intellettuale, ammette l’errore. Il riferimento è indirizzato all’assessore Fabio Leonte che in Consiglio comunale ha detto: “Abbiamo sbagliato ad optare per la società consortile. Siamo andati dietro alle associazioni senza sapere dove stavamo andando a parare”. Per la Dc si tratta di una “dichiarazione che merita rispetto, ma che arriva tardi e che stride con le parole di un Sindaco che continua a difendere l’indifendibile”. “Il carrozzone AICA ha indebitato i Comuni e tradito le aspettative dei cittadini. Oggi, Sciacca è una città dove l’acqua manca, le bollette aumentano, e nessuno si assume responsabilità”, chiosa la DC. “Chi amministra è chiamato a risolvere problemi, non a scaricare responsabilità. Se il sindaco è convinto che ci siano le condizioni per continuare con AICA, lo dica chiaramente. Se invece non è più sostenibile, abbia il coraggio di valutare l’uscita da AICA e la costruzione di un nuovo modello di gestione del servizio idrico”.