Crisi Aica: arrivano i soldi della Regione per evitare riduzione di fornitura
Verrà istituito un fondo di rotazione da 20 milioni di euro, suddiviso in due tranche da 10 milioni nel 2026 e nel 2027, vincolati al pagamento del debito con Siciliacque
La crisi finanziaria che ha investito Aica, il gestore idrico agrigentino, rischiava di compromettere un servizio essenziale come la fornitura d’acqua. A fronte di un debito di 23 milioni di euro nei confronti di Siciliacque e della minaccia di riduzione delle forniture dal 1° dicembre, la Regione Siciliana ha finalmente scelto di intervenire con decisione. Il presidente Renato Schifani ha annunciato l’istituzione di un fondo di rotazione da 20 milioni di euro, suddiviso in due tranche da 10 milioni nel 2026 e nel 2027, vincolati al pagamento del debito. Aica dovrà restituire la somma in dieci anni, garantendo così continuità del servizio senza scaricare sugli utenti le responsabilità gestionali. Schifani ha sottolineato che “gli agrigentini non pagheranno gli errori dei loro amministratori e non rimarranno senz’acqua”, ribadendo la fine di un’epoca in cui la Regione copriva sistematicamente anomalie altrui. Parallelamente, sono in corso i lavori di rifacimento integrale della rete idrica del Comune capoluogo, finanziati con 40 milioni di euro provenienti dai fondi FSC, mentre il presidente ha annunciato un sopralluogo nel Trapanese per monitorare gli interventi avviati contro l’emergenza. L’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Giusi Savarino, ha espresso soddisfazione per la soluzione immediata, evidenziando come il fondo consenta ad Aica di operare con serenità e ai Comuni agrigentini di evitare ripercussioni sulla fornitura idrica. Siciliacque, pur mantenendo cautela, ha dichiarato che ogni decisione sarà presa dal proprio Cda in costante contatto con le istituzioni. La mossa della Regione rappresenta un segnale forte: tutelare i cittadini e garantire la continuità di un servizio vitale, imponendo al tempo stesso un principio di responsabilità gestionale che non potrà più essere eluso.




