Consulta Aica: “In pericolo trasparenza e legittimità, chiediamo l’intervento del Prefetto”

Le associazioni contestano la delibera che prevede la verifica dei requisiti di partecipazione alla Consulta, l’inibizione dell’uso della carta intestata e la sostanziale esclusione delle associazioni attualmente componenti.

La mancata convocazione della Consulta aveva già fatto destare dei sospetti. Ora è scontro aperto, come lo era stato con i precedenti consigli di amministrazione e con l’assemblea dei sindaci. Dopo la delibera del 18 settembre scorso, la Consulta ha chiesto un incontro urgente al Prefetto di Agrigento, denunciando una serie di irregolarità che, secondo i rappresentanti civici, minano la legittimità e la trasparenza nella gestione del servizio idrico integrato. La delibera, prevede la verifica dei requisiti di partecipazione alla Consulta, l’inibizione dell’uso della carta intestata e la sostanziale esclusione delle associazioni attualmente componenti. Ma il verbale ufficiale dell’assemblea non è stato reso pubblico, e la Consulta ne chiede la diffusione immediata per valutazioni anche di natura legale. La presidente del cda, Danila Nobile, ci aveva già anticipato che ci sarebbe stato un braccio di ferro, convinta che le associazioni non avrebbero avuto fino ad oggi un atteggiamento di proposta, ma solo di protesta. La Consulta ritiene che la richiesta di verifica dei requisiti è priva di fondamento e precisa che le aderenti associazioni sono state selezionate nel 2022 tramite bando pubblico, sulla base di documentazione storica che attesta il loro impegno per la ripubblicizzazione del servizio idrico. “Tali requisiti – si legge nella nota a firma del presidente Alvise Gangarossa – sono antecedenti alla nascita di Aica e non possono essere rimessi in discussione. Lo statuto non prevede né la riapertura del bando né l’ingresso di nuovi soggetti”. La Consulta denuncia inoltre la mancata convocazione alla seduta del 18 settembre, in contrasto con le prassi precedenti, e la progressiva inibizione delle proprie funzioni: dal divieto di pubblicazione dei verbali sul sito di Aica alla mancata risposta alle richieste di incontro con i vertici aziendali. A preoccupare è anche il contesto: Arera ha recentemente sanzionato Aica per oltre 2,7 milioni di euro per gravi violazioni nella qualità tecnica e contrattuale del servizio. “Mentre il gestore pubblico è sotto osservazione – scrive – l’assemblea dei sindaci sceglie di silenziare l’unico organo che ha sempre agito con competenza e spirito civico, avanzando proposte concrete per il miglioramento del servizio”. La Consulta parla apertamente di “vendetta trasversale” e di “condanna eseguita in barba allo statuto e al buonsenso”. E punta il dito contro chi, oggi, sarebbe disposto ad assecondare pressioni politiche che in passato i precedenti cda avevano avuto il pudore di respingere.