Consorzi di bonifica. Stop alla legge riforma: la maggioranza va sotto all’Ars

I sindacati: “Il governo e la maggioranza hanno mostrato il loro vero volto, affossando una riforma annunciata da tempo, al centro di trattative e impegno”

La riforma dei Consorzi di bonifica è stata bocciata all’Ars, dove la maggioranza del presidente Renato Schifani è andata sotto nel voto segreto. La bocciatura scatena una nuova polemica interna alla maggioranza. «E’ del tutto evidente – secondo la Lega – che la riforma dei consorzi di bonifica si è arenata anche perché alcuni colleghi della maggioranza mostrano contrarietà alle innovazioni. Ma vale la pena ricordare che la riforma avrebbe garantito stabilità del personale, efficienza dei servizi e riduzione di costi a carico degli agricoltori. Non è azzardato pensare che all’interno dei gruppi parlamentari di maggioranza qualcuno non abbia chiaro il programma del governo Schifani. Per questo siamo certi che il presidente della Regione troverà il modo per riunire le forze politiche per esaminare quanto è successo, che non può essere sottovalutato. Sarà anche utile tracciare la rotta per i prossimi mesi di lavoro e appurare che se c’è qualcuno che è contrario alle riforme strutturali e’ bene che lo manifesti in maniera chiara, assumendosi le conseguenze della scelta».

La riforma era attesa dai sindacati. «Quello che è accaduto a sala d’Ercole con la riforma dei consorzi di bonifica è vergognoso. Il governo e la maggioranza hanno mostrato il loro vero volto, affossando una riforma annunciata da tempo, al centro di trattative e impegno con i sindacati. L’intero Parlamento ha mostrato insensibilità per una riforma importante per il territorio, per l’agricoltura, per i lavoratori», hanno affermato i segretari di Flai Cgil, Fai Cisl e Filbi Uil Tonino Russo, Adolfo Scotti ed Enzo Savarino. «Promesse e impegni ancora una volta traditi – aggiungono – da un Parlamento che non si adopera per migliorare la situazione del territorio e dell’agricoltura in periodo di crisi idrica, né tantomeno per dare garanzie e certezze ai lavoratori. La nostra protesta – sottolineano- continuerà».