Catanzaro: “SS 624 Palermo-Sciacca: anni di denunce, ora la Regione ascolta. Ma i dubbi restano”
Il capogruppo PD all’Ars prende atto del tavolo tecnico strutturato ma ricorda le continue segnalazioni di automobilisti e sindaci e sollecita dettagli sulle misure annunciate per aumentare la sicurezza
“I dati ufficiali non cancellano le preoccupazioni di automobilisti e sindaci”. Lo dice oggi Michele Catanzaro, Capogruppo PD all’Ars, l’indomani del tavolo tecnico che si è svolta all’Assessorato Regionale Infrastrutture per analizzare la serie incredibili di gravi incidenti stradali che si verificano da sempre sulla Strada Statale 624 Palermo-Sciacca. Secondo Catanzaro, che negli anni ha prodotto una serie innumerevole di interrogazioni parlamentari e denunce, il tavolo tecnico rappresenta, seppure in ritardo, un primo segnale di attenzione verso un asse viario strategico, che attraversa tre province e che nel solo 2025 è stato teatro di 45 incidenti, alcuni purtroppo mortali. “Dopo anni di silenzi – dice – è positivo che la Regione abbia finalmente avviato un confronto strutturato. Sorprende tuttavia la conclusione secondo cui la strada risulterebbe “sicura”, a fronte delle numerose criticità denunciate quotidianamente dagli automobilisti e delle ripetute richieste di intervento avanzate dai sindaci dei Comuni delle province di Agrigento, Trapani e Palermo collegati a questa arteria”. Pur prendendo atto delle risultanze tecniche emerse dal tavolo – al quale hanno partecipato anche forze dell’ordine e prefetture – Catanzaro ribadisce con forza la necessità che Regione e Anas mantengano alta e costante l’attenzione su un’infrastruttura che oggi sopporta un volume di traffico ben superiore a quello previsto al momento della sua realizzazione. “Chiediamo inoltre – conclude – di fornire dettagli sui sistemi di controllo di ultima generazione annunciati dall’Assessorato, affinché si possa valutare concretamente l’efficacia delle misure previste per aumentare la sicurezza di una strada che è denominata “Strada della Liberazione”, ma più conosciuta dai siciliani come “Strada della morte”.





